Lunedì 22 luglio Fra Damiano Angelucci, frate cappuccino missionario in Benin, che segue i ragazzi in questo campo, ha introdotto la formazione con il brano “At 4, 32-35” che rappresenta sin dalle origini del cristianesimo un punto di riferimento per vivere… una radicalità totale.
Il tema della formazione è stato “Un mondo accogliente per tutti”. “Se c’è un’unione spirituale – ha sottolineato Fra Damiano – deve esserci anche un’unione materiale, totale. Tutto va messo in comune anche se a volte le cose di tutti vengono considerate come cose di nessuno.” Questo porta, ad esempio, a non rispettare i luoghi pubblici. In verità tutte le cose sono di tutti! La Creazione è stata affidata a tutta l’umanità, non ad un uomo solo. Così i primi cristiani vivevano in uno spirito di comunanza dei beni della Creazione. Questa concezione di comunanza dei beni della Creazione non prescinde però il diritto fondamentale alla proprietà privata che a sua volta non elimina l’originale assegnazione della Terra all’umanità. La proprietà privata infatti indica che tutti hanno diritto di possedere, ma chi possiede è amministratore della Provvidenza: non siamo proprietari di fronte a Dio! È anche importante che si impari a consumare quanto è necessario e non secondo il reddito. Anche quando acquistiamo, dobbiamo dimostrare responsabilità: se io spreco reco danno a qualcuno a cui manca. Non esistono poveri, ma impoveriti. Il male viene quindi dalla nuova mentalità del conflitto. Se tutti invece potessero incaricarsi i propri fratelli, ci sarebbe un mondo migliore. In un periodo di crisi come questo va ricercato il regno di Dio sopra di tutto, il resto ci sarà dato in più e di conseguenza. Siamo perciò giusti, onesti e amiamo il nostro prossimo.
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