"Dal porto all’orizzonte"

PastoraleGiovanileDal 10 al 13 febbraio 2014 la Pastorale Giovanile di tutte le diocesi, le associazione e i movimenti di Italia e oltre si sono ritrovate per scambiarsi esperienze e fare il punto sul decennio degli Orientamenti pastorali sull’emergenza educativa e non solo…
Si è scelto il porto, come luogo di approdo di questi primi venti anni di pastorale giovanile, 20 anni spesi a creare un tessuto di servizio, di vicinanza, di attenzione al mondo giovanile, la Chiesa ha imparato a parlare ai giovani, attraverso momenti e luoghi di partecipazione, di responsabilità e protagonismo, cercando di costruire sentieri di comunione tra parrocchie, associazione e movimenti.

L’analisi del contesto sociale che si vive oggi in Italia ci porta, però, a evidenziare un distacco, un

allontanamento della relazione tra i giovani e il mondo ecclesiale, la Chiesa non è più luogo di vita, non parliamo più con i giovani ma parliamo solo di giovani. Dobbiamo sforzarci a cambiare rotta e tornare ad essere figure educative paterne e materne capaci di accompagnare e generare il giovane alla vita e alla fede consapevoli che può parlare ai giovani di Dio solo chi parla con Dio.

Oggi la necessità è quella di ripartire come Chiesa, per recuperare una passione educativa che a volte diamo per scontato nelle nostre comunità. Questa deve essere il motore della nostra azione pastorale. Rientrare nelle comunità la necessità di cammini giovani non solo per coloro che vivono un servizio nella vita della chiesa ma per offrire loro una relazione, un ascolto, un percorso di vita intercettando e agendo nelle dimensioni tipiche della vita dei giovani: lavoro, società, scuola, orientamento vocazionale, arte, musica.

Passare dall’aggregare all’accompagnare, dall’evento a un cammino quotidiano e ordinario.

Ripensare alla figura dell’educatore è quindi la priorità, l’animazione dei giovani deve tornare ad essere centrale nelle comunità. L’educatore deve essere espressione della comunità, non una faccenda da delegare a qualcuno, ma ad un lavoro di comunione.

In questo lavoro la consulta regionale è di sostegno alle chiese diocesane, perché queste, possano costruire percorsi di comunione, dove creare laboratori di idee per vivere la passione educativa nella vita ordinaria delle comunità parrocchiali, delle associazioni e dei movimenti.

Tornando a casa, nelle nostre diocesi, certo cresceva il desiderio che la pastorale giovanile sia sempre di più luogo di incontro, pensatoio di un cammino di comunione con i giovani che vivono il quotidiano e l’ordinario nelle proprie comunità.

 

(foto www.chiesacattolica.it)