Pensieri sulla partecipazione democratica

Da Aristotele ad Hannah Arendt, passando attraverso la filosofia di Hobbes e Kant. Un’interessante excursus dei pensieri sulla partecipazione democratica quello che Bianca Maria Ventura, presidente della Società Filosofica Italiana sezione di Ancona, ha voluto offrire ai presenti venerdì 3 ottobre al Centro Pastorale Diocesano in occasione del primo incontro della scuola di formazione all’impegno sociale e politico.

Dopo l’introduzione di Gabriele Darpetti, direttore dell’Ufficio diocesano di Pastorale Sociale e Lavoro, il quale ha sottolineato come, in questo tempo di crisi, sia quanto mai necessario porsi i giusti interrogativi, Bianca Maria Ventura si è soffermata inizialmente sul significato dell’essere partecipi, declinabile nell’essere parte di un gruppo o nel significato di prendere parte a un atto o a un processo. La presidente Ventura, nel parlare della radice della partecipazione che è il fondamento stesso della democrazia, ha ripreso la figura di Aristotele e l’idea antropologica dello zòon politikòn, ovvero dell’uomo che è per natura animale sociale, e del bíos politikós. “Secondo Aristotele – ha spiegato Ventura facendo riferimento al contesto della polis greca in cui il filosofo vive – la vita politica non è solo un dilatare la sfera privata, ma è la capacità di andare al di là di ciò che è utile per se stessi per ragionare su ciò che è universalmente buono, ovvero buono per tutti”. Bianca Maria Ventura ha, poi, enunciato le forme di buon governo secondo Aristotele e le loro degenerazioni. Bianca Maria Ventura si è soffermata inizialmente sul significato dell’essere partecipi, declinabile nell’essere parte di un gruppo o nel significato di prendere parte a un atto o a un processo.

Passando al pensiero della filosofa politica, come lei stessa si definiva, di Hannah Arendt, si è soffermata sulla politica intesa dalla filosofa di Hannover come sfera dell’esistenza autentica, il luogo esclusivo e privilegiato dove all’uomo è dato realizzarsi in quanto uomo, sulla forza del pensiero condiviso e sul valore dell’azione come agire comune.

Nel domandarsi se esiste, dunque, una componente egoistica nella tensione alla partecipazione alla vita pubblica e se è insita nella naturale socialità dell’essere umano, Bianca Maria Ventura ha confrontato alcune idee antropologiche, dall’homo pauper di Arnold Gehlen, all’homo hominis lupus caro a Hobbes fino all’insocievole socievolezza di Kant.

Per parlare poi della percezione che si ha della politica nel tempo presente, Bianca Maria Ventura ha ripreso alcuni passi del pensiero di Hannah Arendt e di Norberto Bobbio soprattutto per quanto riguarda la crisi della politica stessa e della partecipazione popolare nelle democrazie che Bobbio definisce non efficace, né diretta e né libera. Alla domanda se l’appartenenza a un partito politico favorisca la partecipazione democratica, Bianca Ventura ha illustrato ai presenti il pensiero di Simon Veil nelle Note sur la suppression générale des partie politique.

 Enrica Papetti

Prossimo appuntamento con la scuola di formazione all’impegno sociale e politico venerdì 17 ottobre, alle ore 17.30, al Centro Pastorale Diocesano sul tema “L’Europa: non solo regole ma anche opportunità”. Interverrà Luca Jahier, Presidente del Comitato Economico e Sociale Europeo)