Il 21 Novembre la Chiesa celebra la Memoria Liturgica della Presentazione della B.V. al Tempio e in tale ricorrenza celebra anche la Giornata mondiale Pro Orantibus. Questa giornata, che la Chiesa dedica alle comunità claustrali, vuol ricordare a tutta la comunità ecclesiale coloro che, sull’esempio della Madre di Dio, hanno seguito il Signore e hanno consacrato la loro vita totalmente a Lui abbandonando la mondanità per dedicarsi totalmente alla preghiera, nel silenzio e nel nascondimento: con Maria sono entrati nel Tempio nel Santo dei Santi lì si cibano di Dio, lì servono Dio senza distogliere gli “occhi” dall’umanità.
La vita claustrale ha una sua caratteristica Profetica peculiare data dalla scelta religiosa. Questa vita è prima di tutto un richiamo per il mondo, per l’uomo che vi abita, ormai sempre più indifferente a Dio, è poi un motivo di riflessione salutare sul senso vero della vita, della vita umana, sul suo vero bene che non è misurato su quanto si ha ma su quello che uno è. Questa è la visione di Fede che guida la vita claustrale e che riempie di felicità ogni piccolezza perché riconosciamo essere voluti da Dio, da Lui chiamati, a Lui destinati. La loro esistenza, tutta sostenuta dallo Spirito Santo, è impegnata, come del resto per ogni cristiano, a vivere la sua vocazione nella Chiesa e nel mondo, pur non essendo del mondo, per cui nuota contro corrente, ossia, rifiuta le false vie spirituali, attrattive, proposte da più parti, che rendono la vita, specialmente quella religiosa, superficiale, autoreferenziale fino a portarla all’insignificanza. Con il suo progressivo cammino di immersione in Cristo, la vita religiosa claustrale, è stimolo, conforto e ferma proposta a pensare “alle cose di lassù, non a quelle della terra” (cf Col. 3,2). Dunque coloro che abbracciano la vita ‘contemplativa’ sono chiamati a guardare in Alto, a Dio l’Altissimo e non solo per un momento o, come si usa oggi dire, per ‘un’esperienza’ ma sono chiamati a stare con il Signore con attenzione fissa, ferma, e costante in tutto ciò che riguarda Lui, così da riprodurre ciò che è descritto in Apocalisse 14,4: “seguono l’Agnello dovunque va”.
Per quelli che si pongono la domanda del perché ‘rinchiudersi’ per sempre tra le mura di un monastero o di un eremo, la risposta è questa: essere separati dal mondo non vuol dire estraniati ma nel mondo Consacrati a Dio, non consacrati al mondo. Separati quindi, non lontani, nascosti, ma in mezzo e distinti, per manifestare in tutto e per tutto, con la propria vita, l’appartenenza dell’uomo a Dio e la moneta falsa commerciata dal mondo di farci pensare come Dio. Per comprendere il significato della vita contemplativa occorre ritornare al Progetto di Dio; il senso e il perché dell’uomo è Dio, non possono essere stabiliti dall’uomo, e così la chiamata a questo tipo di vita non parte dall’uomo ma da Dio.
La vita claustrale è risposta a questo progetto di Dio sull’uomo, e con l’uomo, e si pone in umile servizio alla maestà di Dio così come Cristo che umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte di croce, e cerca di impedire che, con la sua scelta di clausura, ‘altro’ sconvolga l’armonia dell’uomo con Dio, ritrovata in Gesù Cristo il vivente. Il ‘contemplativo’ accogliendo la chiamata è diventato ancor più sale grazie al ‘sale’ che è Cristo al quale si è dato sponsalmente; il suo stile di vita, all’insegna dell’essenzialità, della gratuità, dell’ospitalità, partecipa di Dio e non può quindi adattarsi al mondo. La presenza della vita claustrale è un segno della Presenza di Dio fra gli uomini, del suo “sapore” che rinnova la faccia della terra, è un anche segno dell’esigenza che questa presenza richiede.
La giornata di preghiera Pro Orantibus è un’occasione per ringraziare Dio della loro testimonianza evangelica e il servizio reso alla Chiesa e al mondo, essi testimoniano a tutti gli uomini di buona volontà che è possibile vivere in mezzo alle vicende quotidiane una vita semplice e pacificata come ‘sposi e spose’ del Signore, sostenuti dalla Parola di Dio, senza perdere il Pensiero di Dio e i sentimenti di Cristo. La custodia della Parola di Dio avviene nel silenzio e la vita claustrale può offrire all’uomo moderno la possibilità di ritrovarsi, nella sua originalità originale, proprio in quella Parola letta, meditata, vissuta da cui tutto ha avuto origine e così di scoprirsi nudi e di rivestirsi di Verità.
La Vergine Maria, Sposa dello Spirito Santo, la ‘prima grande contemplativa’ che ha meditato e vissuto la Legge di Dio, aiuti in questi tempi non facili, gli ordini contemplativi ad agire sempre ascoltando i suggerimenti dello Spirito Santo per la maggiore Gloria a Dio.
Monastero Benedettine “SS. Benedetto e Scolastica” – Fano