Servire il bene comune, avviare processi collaborativi, recuperare i principi della partecipazione democratica sono alcuni dei temi trattati dal Vescovo Armando, domenica 14 dicembre al Centro Pastorale Diocesano, nell’incontro con i rappresentanti delle istituzioni e gli operatori della politica in occasione del Santo Natale. Un appuntamento, introdotto dal direttore dell’Ufficio pastorale per i problemi sociali e il lavoro Gabriele Darpetti, per riflettere su tematiche importanti e attuali e per confrontarsi sui problemi da affrontare. “C’è ormai una consolidata consapevolezza – ha sottolineato il Vescovo – da parte della maggior parte delle persone che non si può più parlare di crisi, ma che si deve parlare di ‘passaggio’ ad un nuovo modello economico e sociale. Ma di fronte a questa consapevolezza, la domanda che vorrei porre alla base della nostra riflessione è: in questa transizione epocale, noi, in questo momento, siamo in cammino o siamo ancora fermi? Solo chi è in cammino sa accettare e vivere il cambiamento”. Il Vescovo si è poi soffermato sull’importanza di recuperare una sussidiarietà positiva, riprendendo un concetto espresso dal professor Zamagni. “Occorre realizzare una sussidiarietà circolare. Occorre cioè che istituzioni, imprese e cittadini agiscano insieme assumendosi ciascuno parte dei diritti e dei doveri necessari per realizzare il bene collettivo e la coesione sociale. Realizzare la siussidiarietà circolare – ha proseguito il Vescovo – significa anche cambiare i paradigmi e i protocolli attuali, ossia il rapporto con i cittadini e le imprese deve coinvolgerli in tutte e quattro le fasi della gestione dei servizi pubblici: la pianificazione, la progettazione, l’erogazione e la valutazione”. Il Vescovo Armando ha, poi, parlato del ruolo e delle responsabilità fondamentali della politica, citando le parole del Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa (al n.168). “La politica – ha ribadito il Vescovo – ha quindi il compito di ‘servire’ e non semplicemente di guidare né tantomeno di ‘comandare’. Al contempo, ha bisogno di credibilità e autorevolezza per essere punto di riferimento costante per i cittadini. Ma per guadagnarsi l’autorevolezza, serve anche una buona dose di ‘umiltà’. La politica deve tornare continuamente a interrogarsi sulla soluzione migliore, con studi approfonditi e analisi serie dei problemi”. Il Vescovo ha poi messo in evidenza la necessità di recuperare i principi della partecipazione democratica. “Bisogna valorizzare i copri intermedi e le associazioni presenti in ogni realtà. Bisogna realizzare occasioni di lavoro e di confronti i più ampi possibili e realizzare tutti quegli strumenti, quindi ad esempio il bilancio partecipato, che rendano consapevoli e compartecipi tutti delle scelte che necessariamente occorre fare per salvaguardare i diritti di tutti”. Il Vescovo ha parlato, poi, di welfare, di agevolare l’impresa sociale e del ruolo delle fondazioni bancarie e di comunità. “Parlare di fondazioni bancarie è sicuramente un tema delicato su cui occorre innestare un ‘pensiero lungo’ che sappia andare oltre i fatti e le persone attuali, cercando di vedere tutto in una prospettiva di medio-lungo periodo che consideri il bene delle future generazioni e non il riscontro immediato. Alla riflessione sul ruolo delle fondazioni bancarie andrebbe però affiancata anche una riflessione sull’opportunità di costituire anche una ‘fondazione di comunità’. Poi le priorità dell’agenda politica: famiglia e natalità, giovani e lavoro, educazione civica, giustizia e legalità. Tra gli impegni per il futuro, il Vescovo ha sottolineato l’importanza di impegni concreti e verificabili, la valorizzazione delle buone prassi, la ricerca dell’unità che è sempre superiore al conflitto”. Al termine della mattinata, la commissione diocesana per i problemi sociali e il lavoro ha chiesto agli amministratori comunali alcuni impegni concreti per l’impresa e il lavoro, fra i quali la riduzione della pressione fiscale sulle piccole e medie imprese, la promozione dell’imprenditorialità, la semplificazione della vita alle piccole imprese, la realizzazione di infrastrutture e il miglioramento della mobilità, la garanzia di legalità e sicurezza, la valorizzazione delle imprese agricole esistenti, per le famiglie, fra i quali l’adozione di correttivi all’addizionale IRPEF comunale, l’istituzione di una consulta per le famiglie, lo sviluppo di una edilizia adatta alle giovani famiglie, per l’eco sostenibilità ambientale, fra i quali l’impegno a una nuova strategia di sviluppo sostenibile e la gestione di servizi pubblici locali da parte di società totalmente pubbliche, per le persone fragili e in stato di necessità economiche, fra i quali l’attivazione di percorsi di inclusione sociale, una programmazione territoriale, specie nel settore del welfare, attraverso piani di zona, l’individuazione di misure possibili atte a proibire o limitare il gioco d’azzardo, la salvaguardia e la qualificazione dei servizi per la non autosufficienza, per migliorare la qualità della vita e della convivenza civile, fra i quali la costruzione di un bilancio comunale partecipato, l’attivazione di alleanze atte a costruire le condizioni per utilizzare fondi europei, l’impegno a far funzionare le varie consulte cittadine.