“Una società dove c’è chi la fa da padrone e chi è ridotto a cosa, merce o mezzo, non ha futuro”. Con queste parole il Vescovo ha introdotto la XXV Veglia diocesana di preghiera per la Pace, che sabato 10 gennaio si è svolta come d’abitudine in una Cattedrale affollata. L’ampia partecipazione della comunità diocesana alla serata è la migliore testimonianza della sensibilità e della ricerca della pace nel nostro territorio. Un segno concreto e positivo di come nella collettività non ci siano solo indifferenza e pregiudizio, che riconosciamo essere per eccellenza i mali della nostra società moderna.
A guidare la celebrazione, le parole di Papa Francesco tratte dal suo Messaggio per la XLVIII Giornata mondiale della Pace, dal titolo “Non più schiavi, ma fratelli”. Ferma la condanna di tutte le forme di sfruttamento e nuove schiavitù che distruggono la vita, la dignità e il futuro di milioni di persone nel mondo, soprattutto donne e bambini, vittime di povertà, guerre, ingiustizie soprusi e inganni. Per contrastare questa piaga l’umanità non può sottrarsi dal perseguire l’impegno concreto per la costruzione della pace, attraverso gli strumenti che ha a disposizione: l’educazione, la buona politica, ma anche attraverso scelte responsabili di consumo per realizzare quella che Papa Francesco chiama la “globalizzazione della fraternità”.
Durante la veglia è stata inoltre ascoltata la testimonianza di Laila Simoncelli, avvocato e consulente legale della Comunità Papa Giovanni XXIII, che con le sue parole ha cercato di dare voce a chi normalmente non ne ha: rifugiati, vittime della tratta e della prostituzione, ecc. Un racconto capace allo stesso tempo di commuovere, indignare e esortare a contrastare queste ingiustizie. Anche il Vescovo ci ha ricordato che la pace si trova alla radice della giustizia. Per questo dovremmo riflettere sul significato di carità in quanto restituzione e non mera elemosina.
A conclusione dell’incontro, un gesto simbolico per far sì che le parole del Papa diventino per ognuno di noi impegno concreto e quotidiano: ogni partecipante ha sciolto presso l’altare un nodo, come impegno a sciogliere le nostre resistenze e abbattere le nostre barriere nei confronti del nostro prossimo.
Immancabile infine l’invito a partecipare agli appuntamenti della Scuola di Pace che avrà inizio sabato 7 febbraio, alle ore 16.30 presso il Centro pastorale.
Michela Pagnini