“Che cos’è l’esilio?” Lo si coglie nel senso di spaesamento di chi parte costretto ad abbandonare la propria patria in una situazione di guerra e di dittatura. Ce lo racconta nel suo libro “Esilio dalla Siria”, edito da Add editore, Shady Hamadi, giovane scrittore che conosce da vicino il dramma del popolo siriano e la sua lotta contro l’indifferenza. Shady Hamadi è nato a Milano nel 1988, da madre italiana e padre siriano. Fino al 1997 gli è stato vietato di entrare in Siria a causa dell’esilio del padre. Con lo scoppio della rivolta contro il regime di Bashar al-Assad nel marzo 2011, Hamadi diventa un attivista per i diritti umani e un importante punto di riferimento per la causa siriana in Italia. Ha visitato sia la Siria che il Libano, paese che attualmente sta “ospitando” sul proprio territorio la maggior parte dei profughi.
Al centro della sua riflessione non è mancato il rapporto tra le religioni nel paese storicamente multiconfessionale, la libertà di espressione e la lotta contro la dittatura. I ricordi, gli incontri, le riflessioni sulla società siriana si intrecciano per arrivare a parlare a tutti coloro che “sono distratti dal tanto rumore che si fa quando si parla di terrorismo e mondo arabo”, rischiando a volte di semplificare eccessivamente le vicende mediorientali. Hamadi delinea molto bene non solo l’attuale situazione di guerra in Siria, ma anche come essa si sia evoluta nel corso degli ultimi anni.
L’incontro, intenso per le tematiche affrontate e per la partecipazione, ha inoltre cercato di aprire un confronto sulle prospettive future, nella ricerca per il popolo siriano di un percorso di emancipazione tanto da regimi autoritari e dittatoriali quanto dal fondamentalismo religioso. Per questo lo scrittore afferma che “è necessario costruire una resistenza culturale alla violenza” e “bisogna realizzare azioni di sostegno per i giovani”, così da poter formare le nuove generazioni e avere degli attori riconosciuti e in grado di poter garantire una transizione pacifica.
L’iniziativa è stata organizzata da: Sala della Pace; Movimento Internazionale della Riconciliazione; Campagna Palestina Solidarietà; Caritas Diocesana e Gruppo Fuoritempo.
Michela Pagnini