La chiesa di San Paolo Apostolo nel quartiere Vallato non è riuscita quasi a contenere i tantissimi fedeli che hanno voluto accogliere, domenica 27 novembre, il nuovo parroco, don Francesco Pierpaoli. Una chiesa gremita come nelle grandi occasioni, e questa, di sicuro, lo è stata. Tanti i momenti di commozione a cominciare dalle parole di don Benito Verdini, parroco storico che dopo 19 anni di servizio a San Paolo Apostolo, ha dato le dimissioni per raggiunti limiti di età. “Sono stati anni – ha esordito don Benito molto commosso – di intenso e proficuo lavoro in questa comunità. Per questo voglio ringraziare tutti, il Vescovo, don Steven validissimo collaboratore, don Gianfranco, don Lanfranco. Non sono stato né un santo, né un intellettuale ma vi ho amato tutti. In questa parrocchia ho trovato tanti collaboratori. Francesco – ha proseguito don Benito rivolgendosi al nuovo parroco – hai già potuto constatare l’affetto e la vivacità di questa comunità, troverai tante realtà pronte ad iniziare un nuovo cammino. Perciò a te dico getta di nuovo la rete e avrai una pesca abbondante”.
Giuseppe Escarotico, a nome della comunità parrocchiale, ha ringraziato il Vescovo Armando per la premura di padre verso la comunità del Vallato, tutti i sacerdoti a cominciare da don Benito, don Steven per l’attenzione che ha sempre e continuerà ancora a rivolgere al mondo dei giovani, don Gianfranco. “Siamo certi don Francesco – ha concluso Escarotico – che daremo il meglio di noi per farti sentire accolto in questa comunità”. Nell’omelia, il Vescovo ha offerto a don Pierpaoli alcune indicazioni per il suo ministero. “Don Francesco, ti chiedo innanzitutto di curare molto la liturgia, come hai sempre fatto con grande competenza, e le vocazioni senza dimenticare quella alla vita consacrata e di farlo in sinergia con il servizio di Pastorale Giovanile. Ti chiedo, inoltre, di creare positività, unità, armonia in una sinergia mai competitiva, ma sempre inclusiva, di avere amore per il territorio in cui viviamo collaborando con le realtà presenti”. Prima della conclusione della celebrazione eucaristica, anche don Steven Carboni ha voluto prendere la parola per sottolineare come si sia sempre sentito un figlio amato dalla comunità di San Paolo Apostolo. “Ora dovrò partire da quella che io considero la mia famiglia, ma so per certo che il legame con la propria famiglia rimarrà per sempre. Per questo ringrazio veramente tutti di cuore”. Anche il nuovo parroco, don Francesco, ha voluto salutare la comunità che lo ha accolto con affetto. “Non mi sono appena seduto su un trono da cui poter comandare su tutti: so benissimo che Gesù da lì si è alzato per lavare i piedi degli apostoli e so benissimo che da quella sede, come il giorno del giudizio finale non siederà un manager che guarda il profitto o il merito ma il servo obbediente che ci ha salvati con la sua misericordia. È un segno dell’Avvento il trono vuoto con la croce: non sta a noi preti occupare quel posto che è solo di Gesù e di nessun’altro. Vivere questa liturgia in tempo di Avvento – ha proseguito don Francesco – ci aiuta a scoprire che la speranza è il dono da condividere con tutti. L’avvento è il tempo dei profeti, di chi non si rassegna, di chi si impegna, di chi si interessa, di chi vigilante nell’attesa non occupa spazi ma avvia processi di condivisione e di dialogo con tutti. In un mondo in cui la diversità ci attraversa e purtroppo mette paura, il cristiano, per sua natura pontefice, deve costruire ponti, deve tendere e dare la mano. La nostra parrocchia vive a Fano e non può essere indifferente ai problemi della città, non può essere contenta della propria felicità. Questa parrocchia vive a fianco delle altre parrocchie dove ci sono altri cristiani come noi, che celebrano l’eucaristia (ne ho contate 67 oggi a Fano). Siamo spesso sconosciuti. Grazie a Dio i giovani superano le barriere parrocchiali, si incontrano, lo hanno fatto alla GMG, lo fanno grazie all’azione Cattolica e agli Scout. Abbattere i muri e costruire ponti è il mandato che hanno ricevuto da Papa Francesco quest’estate a Cracovia chiedo a loro di non dimenticarlo e di lasciare così la loro impronta! Ma noi adulti abbiamo il nostro prete, abbiamo il nostro parroco. Certo che lo avete, ma non finirò di invitarvi ad aprirvi, ad uscire a costruire relazioni a metterci a servizio della Diocesi che alla fine è ciò che resta! Il vescovo ce lo ha chiesto nella visita pastorale: lo ha chiesto alla parrocchia di Santa Maria Goretti, con don Giorgio e don Matteo, alla parrocchia della Gran Madre di Dio, con don Giuseppe e anche a noi: ci ha chiesto di camminare e pensare insieme, di aiutarci, di volerci bene! È in questa linea che oggi ci sono i nostri amici ortodossi dalla Romania: l’ecumenismo allora non può essere qualcosa per pochi intimi perché se siamo divisi chi vogliamo evangelizzare! Ieri abbiamo cominciato l’Avvento dicendo con San Paolo: «Fedele è colui che chiama, che farà tutto questo». La liturgia ogni giorno ci fa vivere questa realtà. Ho fiducia”.
La comunità di San Paolo ha voluto omaggiare l’ingresso del nuovo parroco, offrendo a don Francesco alcuni doni, un’icona di San Paolo, le chiavi della parrocchia e un pallone da calcio. Presenti alla celebrazione eucaristica anche alcuni fratelli ortodossi, Padre Petru Itineantu parroco di Obreja in Romania, parrocchia gemellata con San Paolo da 14 anni e Padre Petru Bertbentia parroco a Recita (stessa diocesi di Carancebes), i quali hanno ringraziato don Benito per la vicinanza e per questi anni di gemellaggio. Al Vescovo Armando hanno offerto un cd di canti natalizi tradizionali rumeni, a don Benito una targa di benemerenza per quanto fatto in questi anni e a don Francesco un piatto raffigurante una locomotiva a simboleggiare l’importanza di continuare con il nuovo parroco questa bella esperienza.
EP
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