Sul tema del dialogo si è soffermato il Vescovo Armando nell’omelia della Santa Messa, giovedì 8 dicembre, in Cattedrale in occasione della Solennità dell’Immacolata che la città di Fano celebra da più di 500 anni alla quale hanno preso parte autorità civili e militari.
“In Genesi è Dio che parla con Adamo, con l’uomo. In Luca è l’inviato di Dio, l’angelo Gabriele, che dialoga con Maria. Il dialogo è la forma di una relazione d’amore, per cui quando c’è una fatica con l’altro, la prima cosa è evitare di parlargli, togliergli la parola. Dare all’altro la parola – ha proseguito il Vescovo – significa riconoscere la sua esistenza, riconoscere la sua dignità, la sua importanza. È scegliere la relazione con lui, è scegliersi nella relazione con lui, e quindi riconoscersi bisognosi di questa relazione per poter esistere, per essere se stessi. Quanti dialoghi mancano oggi, quante solitudini della vita ordinaria o quanta incapacità a dialogare perché il linguaggio si è imbarbarito! Dio parla con l’uomo, sceglie di parlargli, lo cerca con la Sua Parola e continua a parlargli anche quando con l’uomo inizia ad esserci qualche problema. Anche lì, Dio non interrompe il dialogo, non lascia l’uomo solo nel proprio peccato, ma va a cercarlo e gli parla. Veniamo ai dialoghi di questa Festa dell’Immacolata. Genesi ci dice che, dopo il peccato, Dio va a parlare con l’uomo, ma l’uomo non ha molta voglia di parlare con Lui perché ha in mente un’altra parola, il tentatore. Il peccato è già di per sé assenza di parola. L’uomo che ha peccato sente Dio, sente la presenza di Dio, ma fugge dall’intimità con Lui. Questo dialogo tra Dio e l’uomo ci mostra da un lato tutta l’amorevolezza di Dio che ci cerca, ci vuole bene, dall’altro tutta la distanza, la paura dell’uomo che, spesso per orgoglio, pecca nei suoi confronti. Chi è, dunque, Maria? – ha proseguito il Vescovo – E’ innanzitutto una donna che non si nasconde, che entra in dialogo con Dio. Quando Dio la cerca, e le chiede “dove sei?”, la sua risposta non è la paura, ha dubbi, ma non si nasconde. E Maria ascolta veramente, cioè si lascia convincere dalla verità di Dio, da ciò che Dio le dice, e cioè semplicemente di non aver paura. Come la paura è il frutto del peccato, la fiducia è il frutto della grazia. Questa è la cosa nuova, la nuova creazione che Dio compie in Maria, una donna nuovamente capace di fidarsi di Dio. In Maria noi uomini ci sentiamo consolati. In queste intemperie della vita – ha concluso il Vescovo – per i credenti almeno diventa importante recuperare il valore della domenica, il dono della domenica, del giorno del Signore, domenica anche come recupero della parola, dell’ascolto all’interno delle famiglie”.