“Fare bene il bene”. Lo ha ripetuto più volte, nel suo intervento, il Vescovo Armando giovedì 18 maggio, al Centro Pastorale Diocesano, in occasione dell’assemblea diocesana delle caritas parrocchiali, assemblea che si è aperta, dopo l’introduzione di Luana Mastrogiacomi di Caritas Diocesana, con le parole di Angiolo Farneti, direttore della Caritas diocesana, che ha illustrato i progetti che sta portando avanti la Caritas nei confronti dei più bisgnosi.
“La carità delle opere assicura – ha messo in evidenza Farneti – una forza inequivocabile alla carità delle parole e presenta un forte valore pedagogico. Su queste basi abbiamo cercato di impegnarci anche quest’anno, che è stato un anno particolarmente impegnativo per tutti, con un aumento del numero e della complessità delle situazioni di povertà incontrate e con l’arrivo di altri rifugiati, eventi questi che ci hanno costretto a privilegiare e a impiegare le risorse soprattutto per le opere e i servizi. Il nostro appuntamento quest’anno ha allora l’obiettivo di riequilibrare tale impostazione e di approfondire la riflessione sull’animazione alla carità. Ricordiamo che l’animazione alla carità è parte integrante del metodo Caritas, a valle dell’ascoltare, osservare e discernere. E’ stato proprio a partire da questo metodo che, in occasione del Giubileo della Misericordia, come equipe diocesana abbiamo avviato i progetti dei servizi di orientamento alla salute per le tante persone indigenti che non hanno la possibilità di curarsi e Rifugiato a casa mia per l’accoglienza/integrazione dei migranti nelle famiglie e comunità parrocchiali. Accanto a queste due opere segno – ha proseguito Farneti – in questo anno, attraverso la Fondazione Caritas Fano e all’associazione caritativa diocesana Giustizia e Pace, vari progetti tutt’ora in corso e la Scuola di Pace. In conclusione, ci sembra di aver cercato di fare del nostro meglio con umiltà, consci che è solo una goccia in un mare di bisogni, pur privilegiando, con le risorse a disposizione, i servizi ai poveri e i vari progetti, con un bilancio consuntivo 2016, e preventivo 2017, di circa 700 mila euro”.
Dopo un momento di preghiera guidato dall’assistente spirituale della Caritas diocesana don Michele Giardini, la parola è passata al Vescovo Armando il quale ha sottolineato, più volte, l’importanza di fare bene il bene e di vivere la carità anche al di fuori del servizio prestato in Caritas. “E’ impensabile essere in Caritas – ha affermato il Vescovo – ed essere razzisti o vivere nel lusso. Oggi la carità merita competenza perché è proprio nella non competenza che si generano invidie e gelosie. La Caritas merita di essere narrata non per spavalderia, ma perché la narrazione, con le parole e con i fatti, porta all’evangelizzazione. Occorre lavorare con lo stile della carità, senza superbia, ma sempre con grande umiltà”.
Intervenuta all’assemblea Monica Tola di Caritas Italiana che, dopo aver monitorato, grazie ai presenti, le Caritas parrocchiali e i loro servizi, si è soffermata su alcuni aspetti fra i quali il servizio e l’animazione, la natura stessa della Caritas, i tempi e i bisogni. “Alla Caritas – ha sottolineato la Tola – è chiesto questo: permettere a tutti di evangelizzare i poveri, portare la buona novella ai poveri. Tutti hanno diritto, tanto più nella comunità cristiana, di imparare a evangelizzare i poveri”. Monica Tola ha poi citato le parole di Papa Francesco sulla carità e quelle del papa emerito Benedetto XVI che, nel 2011 nell’incontro con le caritas diocesane nel 40° di Caritas Italiana, affermava: “Vi auguro di sapere coltivare al meglio la qualità delle opere che avete saputo inventare. Rendetele, per così dire, “parlanti”, preoccupandovi soprattutto della motivazione interiore che le anima, e della qualità della testimonianza che da esse promana. Sono azioni pedagogiche, perché aiutano i più poveri a crescere nella loro dignità, le comunità cristiane a camminare nella sequela di Cristo, la società civile ad assumersi coscientemente i propri obblighi”. Spazio poi agli interventi e, a conclusione, un momento conviviale.