Venerdì 23 giugno la comunità di Centinarola ha festeggiato il Santo Patrono, il Sacro Cuore di Gesù a cui è dedicata la parrocchia. “Le parole del Deuteronomio – ha sottolineato il Vescovo Armando prendendo in esame la Prima Lettura – sono parole consolanti “Il Signore si è legato a voi e vi ha scelti, non perché siete più grandi degli altri popoli ma perché vi ama e perché ha voluto mantenere le promesse fatte ai vostri padri”. Tuttavia questo testo esprime solo in parte la grandezza dell’amore di Dio quando dice: “Il Signore mantiene la sua benevolenza per mille generazioni con coloro che lo amano e osservano i suoi comandamenti, ma ripaga coloro che lo odiano facendoli perire”. Il Deuteronomio deve essere letto alla luce e nella pienezza del Nuovo Testamento. Gesù ci insegna, infatti, che Dio non è mai vendicativo, ma benevolo. L’amore rivelato dal Vangelo – ha proseguito il Vescovo – è molto diverso. Il Signore non vuole perdere nessuno di coloro che il Padre gli ha affidato, non si stanca di cercare chi si perde e restituisce la dignità di figlio anche a chi ritorna a lui solo per motivi interessati. In questo infatti sta l’amore, come dice Giovanni: “Non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha preso l’iniziativa di amarci e ha mandato il suo Figlio per liberarci dal nostro peccato”. Più commovente del testo del Deuteronomio è la pagina di Osea: “Quando era giovinetto io ho chiamato Israele dall’Egitto, come un figlio. Io gli insegnavo a camminare, tenendolo per mano, ma essi non compresero che avevo cura di loro. Li traevo con legami di bontà, con vincoli d’amore. Ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia, mi chinavo su di lui per dargli da mangiare. Il mio cuore si commuoveva dentro di me. Non darò sfogo alla mia ira, perché sono Dio e non un uomo”. È il miracolo dell’amore e la tristezza della mancanza di fede. “Il Cristo, per la fede, abiti nei vostri cuori, perché possiate comprendere la profondità del suo amore, che sorpassa ogni conoscenza”. Se prevalgono le nostre attese sbagliate, i nostri sogni umani, la nostra presunzione di essere figli di papà, coccolati e protetti, non capiremo mai l’amore, la tenerezza di Dio. Proveremo sempre e solo delusione. Non possiamo partire dalle cose che vanno bene per scoprire l’amore di Dio. Dobbiamo partire dalla grande rivelazione del suo amore, da questa certezza assoluta, per cogliere il senso positivo di tutti gli avvenimenti. Dio è amore. La sua misericordia – ha messo in evidenza il Vescovo – non è la conseguenza della nostra conversione, ne è la causa. Non è la nostra conversione che cambia il cuore di Dio, è il suo amore che cambia il nostro cuore, che lo porta alla conversione. Chiediamo al Signore – ha concluso il Vescovo – di saper celebrare le grandi opere del suo amore”.
- Home
- Vescovo
- Diocesi
- Uffici e Servizi
- Curia
- Comunicazione
- Metropolia
- Documenti
- Giubileo 2025
- Cerca