Gratuità, apertura, ascolto, formazione

Gratuità, apertura, ascolto, formazione sono alcuni input di stile che il Vescovo Armando ha offerto ai presenti venerdì 30 novembre al Centro Pastorale Diocesano in occasione dell’assemblea diocesana delle Caritas parrocchiali che ha avuto come tema “Costruttori di ponti e di speranze”. Dopo l’introduzione di Michela Pagnini di Caritas diocesana e il momento di preghiera guidato dall’assistente spirituale don Michele Giardini la parola al Vescovo Armando che ha voluto riflettere innanzitutto sulla figura dell’animatore Caritas sottolineandone alcuni tratti importanti quali l’identità, lo stile e la spiritualità.

“L’animatore Caritas è un servizio ecclesiale nella sua essenza e destinazione. La sua azione non è solo dare qualcosa, ma donare tutto se stesso, una donazione che domanda la coerenza di tutto il suo essere. L’animatore – ha proseguito il Vescovo – è portatore di un mandato ricevuto dalla comunità cristiana, è una sentinella che vigila sulla città pronto a svegliarla”.

Il Vescovo si è poi soffermato sullo stile dell’animatore Caritas, uno stile fatto prima di tutto di gratuità. “L’animatore è chiamato costantemente a coniugare competenza professionale e attenzione del cuore. Inoltre deve superare la logica del campanile e percorrere quella del campanello, dell’accoglienza, avendo allo stesso tempo una sensibilità globale e locale libera da ogni settarismo. Di fondamentale importanza la dinamica dell’ascolto e la disponibilità alla formazione, a un serio cammino di purificazione motivazionale combattendo contro l’idolatria del sé. E ancora per l’animatore  diventa necessario chiarire a se stesso le motivazioni profonde e autentiche per un serio servizio verso il prossimo”. Il Vescovo ha poi posto l’accento sulla relazione con il territorio, il coordinamento con la comunità parrocchiale e uno stabile collegamento con la Caritas Diocesana.

Angiolo Farneti, direttore della Caritas Diocesana, ha sottolineato l’importanza di non cadere nello stereotipo della Caritas come organo assistenziale, ma porre l’accento sulla Caritas come organo pastorale per sensibilizzare le comunità verso i poveri e le periferie. “Occorre impegnarsi – ha concluso Farneti – per dare qualità alle relazioni, per una corresponsabilità sempre maggiore, per una conoscenza profonda del territorio e per un lavoro di sinergia”.

Loredana e Giada Bellucci hanno presentato, infine, il progetto di animazione delle Caritas parrocchiali “Costruttori di ponti e di speranze”. Loredana si è soffermata in particolare sull’iter che ha portato alla nascita del progetto stesso, mentre Giada ne è entrata nel merito. Un progetto che ha, fra gli obiettivi, quello di rafforzare le relazioni con le Caritas parrocchiali, potenziare e consolidare l’osservatorio delle povertà e delle risorse, costruire una proposta formativa di base sempre attiva e continua.