“Il mare ci richiama valori plurimi”

“Il mare ci richiama valori plurimi quali la libertà, il pensiero nobile, la non prepotenza, l’umiltà perché, come la montagna, il mare ha bisogno di essere rispettato”.
Queste le parole del Vescovo Armando nella Santa Messa celebrata domenica 4 agosto al Monumento dei Caduti di Via Nazario Sauro in occasione della Festa del Mare, celebrazione a cui hanno preso parte autorità civili e militari del territorio.
Il Vescovo, nell’omelia, si è soffermato sul tema della ricchezza. “La ricchezza, i beni della terra non sono cose sporche. Gesù dice solo che è pericolosa. Guardate al pover’uomo della parabola – ha proseguito il Vescovo riflettendo sul Vangelo della domenica – un gran lavoratore, non ci viene descritto come un disonesto, né come un avido, anzi, fa tenerezza la sua preoccupazione di far fruttare bene i suoi guadagni per poi goderseli in pace. La sua morte non è ritenuta una punizione, ma un evento possibile. Gesù ci ammonisce: la ricchezza promette ciò che non può mantenere, ci illude che possedere servirà a colmare il nostro cuore. Come abbiamo letto nella riflessione del Qoelet, anche noi constatiamo come sia inutile affannarsi ad accumulare ricchezze di cui altri godranno. A livello storico e anche culturale nella Chiesa – ha messo in evidenza il Vescovo – una delle idolatrie, delle cupidigie più grandi a livello intellettuale è colui che crede di sapere tutto. I grandi saggi dicevano “So di non sapere”. Quali sono le cure possibili? Un po’ di distacco, di libertà, essere terzi davanti alle cose e alle idee. E’ necessario  – ha aggiunto il Vescovo – anche un riorientamento e la condivisione. Il Vangelo ci offre un’altra chiave di lettura, arricchire davanti a Dio, che vorrei tradurre in tre concetti: non cedere alla tentazione dell’affanno, non dimenticare chi si trova nel bisogno, investire le proprie energie per il bene di tutti. Con questa parabola Gesù non disprezza i beni della terra, intende invece rispondere a una domanda di felicità: vuoi vita piena? Non cercarla solo nel mercato delle cose, sposta il tuo desiderio. Gli unici beni da accumulare nella vita, per essere felici, sono relazioni buone, una sempre maggiore profondità nell’interiore”.
Il Vescovo ha concluso l’omelia con un pensiero a coloro che si trovano in vacanza nel nostro territorio. “I latini parlavano di otium in alternanza al negotium, ovvero della vita frenetica in cui il lavoro, le occupazioni e preoccupazioni rischiano di non lasciare spazio alla riflessione come ambito in cui rifondare continuamente la propria libertà. Ecco allora la tutela del tempo libero, del silenzio doveroso, di uno svago pulito. La vacanza dovrebbe essere una terapia dell’anima per ridare vigore alla mente e al corpo per renderli sempre più luoghi di umanità in crescita verso la libertà e la responsabilità. Riposare è necessario, serve a fare ordine nella nostra vita”.