“L’arte, come la bellezza la cultura, sono beni universali ed è giusto che lo Stato le tuteli”. Queste le parole del Vescovo Armando giovedì 25 giugno durante la presentazione, nella Sala Riunioni del Centro Pastorale Diocesano alla presenza delle autorità civili e militari, di un dipinto raffigurante San Martino a cavallo e il povero riconsegnato alla Diocesi, dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (Nucleo di Ancona), coordinati dalla Procura di Pesaro, recuperato dagli stessi proveniente dalla chiesa di Santa Maria della Cella di Apecchio, andata distrutta a seguito di eventi naturali. A presentare la mattinata Guido Ugolini, direttore del Museo Diocesano, che ha sottolineato l’importanza dell’opera e ha fatto notare ai presenti come sotto la pancia del cavallo vi sia una scritta precisamente Bartolomeo nome attribuibile o all’autore o al committente dell’opera. Presete alla conferenza il vice prefetto di Pesaro Urbino Antonio Angeloni che ha espresso ai carabinieri apprezzamenti per l’importante operazione di recupero dell’opera d’arte. Anche il sindaco di Apecchio Vittorio Alberto Nicolucci ha ringraziato, anche a nome del parroco don Sauro, Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (Nucleo di Ancona) per il lavoro svolto. “San Martino – ha sottolineato il sindaco – che è patrono della nostra comunità parrocchiale rappresenta la solidarietà, la generosità, la vicinanza alle persone con fragilità. Di questi valori che San Martino rappresenta ne faremo sicuramente tesoro”. L’opera d’arte, restituita proprio al comune dell’entroterra, verrà probabilmente collocata all’interno del Santuario del Santissimo Crocifisso.
“Il nostro lavoro non è solo frutto del nucleo Tutela Patrimonio Culturale – ha sottolineato il tenente colonnello Carmelo Grasso, Comandante Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Ancona – ma anche dell’Arma territoriale, della stretta collaborazione con gli Uffici beni Culturali delle Diocesi e delle persone che vivono sul territorio. Quando recuperiamo oggetti o beni – ha messo in evidenza il tenente colonnello – in realtà recuperiamo un’anima, liberiamo qualcosa che si trovava in ostaggio. Questo dipinto per la gente di Apecchio è un’opera dal valore inestimabile proprio perché rappresenta una memoria storica”.
Il luogotenente Alberto Monfardino, responsabile del ritrovamento, ha spiegato in sintesi le operazioni di partendo dall’indagine iniziata nel 2018 con conseguenti perquisizioni a casa di alcuni restauratori fino al suo recupero e alla riconsegna alla Diocesi.
Foto a cura di Massimo Maggioli – Ufficio Comunicazioni Sociali