Il 19 luglio nella festa di San Cesario, diacono e martire, ci siamo trovati in tanti perché ci ė stato fatto un dono dalla Chiesa: la comunità di San Cesario ha ricevuto una sorpresa, un imprevisto divino perché DonPi (don Piergiorgio Giorgini, ndr), come lo chiamiamo noi, starà con noi, in piedi fino alla fine, come una sentinella che veglia su tutti e su ciascuno. Non solo, lui che nel giorno della sua Ordinazione, ha vestito don Ivan degli abiti sacerdotali ora, come il profeta Elia, gli ha lasciato il suo mantello a sua protezione e del popolo a lui affidato.
Insieme hanno detto il loro nuovo ‘Eccomi’ al Signore, alla Chiesa, alla comunità; ora anche noi comunità siamo chiamati a rispondere con l’accoglienza a don Ivan alle sue proposte, alla sua guida, con l’obbedienza allo Spirito che ci chiama a novità, a ricominciare, a riprendere il passo della fede autentica, con il servizio gratuito e lieto, gli uni servi degli altri come San Cesario, quel servizio che ci ha visti protagonisti di mille imprese sempre fantasiose, con l’apertura e l’impegno a costruire il cammino interparrocchiale e sinodale perché le parrocchie non esistono senza la Diocesi e l’unità con il Vescovo. Sì, ci attende un futuro nuovo e uno slancio missionario e coraggioso a cui lo stesso Vescovo ha dato il via domenica 30 agosto. Nessuno doveva mancare o perdere questa occasione in cui le parole della Liturgia avrebbero insegnato di nuovo a vivere e sentire come Gesù.
Eravamo distanziati e muniti di mascherine, ma gli occhi di tutti esprimevano un’immensa gratitudine, gioiosa e commossa, gratitudine verso il Vescovo che ha incoraggiato don Piergiorgio ad andare avanti e proseguire il cammino insieme a noi. Ecco il grande dono del nostro Vescovo: un’intuizione dello Spirito perché la Chiesa che ha ricevuto il servizio del ministero pastorale di un prete possa prendersi cura della fragilità dei suoi figli prediletti che sono proprio i sacerdoti. Ed il Vescovo ha dato mandato a don Ivan di essere attento a tutte le fragilità che potrà incontrare in questo territorio, nelle famiglie, nelle persone. Quando c’è una visita del Vescovo, in una comunità, è naturale pensare al suo coraggio e la sua presenza in ogni parrocchia della Diocesi; per noi è sempre stata attenta e segnata da una stima che ci ha fatti sentire comunità amata!
Gratitudine verso don Ivan per la disponibilità a farsi compagno di viaggio, per averci accolto non più come comunità che, in parte, lo ha generato alla fede e al cammino sacerdotale ma come comunità/sposa che ora attende la sua guida, la sua energia per rinnovarsi, nella comunione con le parrocchie vicine e nella costruzione di una Chiesa sinodale capace di far fronte alle sfide del nostro tempo. Anche sulla guida della comunità cristiana il Vescovo ha consegnato a don Ivan l’impegno di essere presente, non come un condottiero o un economo ma di farsi vicino con tenerezza e misericordia perché le persone avvertano il grande destino che li attende, la gioia e la bellezza della vita eterna. Infine, non per importanza, gratitudine verso don Piergiorgio, che ci ha insegnato che essere cristiani è scomodo e ci si sporca le mani, ma ne vale la pena. Ci ha mostrato cosa vuol dire essere membra vive del Corpo della Chiesa di Cristo. Non si è sottratto nel mostrarci le sue debolezze e l’umiltà di chi fa un passo indietro per far crescere qualcun altro. Lo abbiamo apprezzato come Vero Amico ed il tempo trascorso insieme ha rafforzato i legami, unito gli intenti e maturato la fede; per questo non possiamo rimanere indifferenti di fronte al cambiamento: per tutto quello che hai fatto e che farai per noi, possiamo solo dire un grande Grazie.
Noi cercheremo di essere terreno fertile perché il seme gettato nella nostra anima possa crescere e diventare un Grande Albero nella Chiesa per dare nuovi frutti.
Ombretta Brunori