La chiesa di Montalto Tarugo, in comune di Fossombrone, ha riaperto le porte ai fedeli domenica pomeriggio 23 maggio in forma solenne per la presenza del vescovo Armando, che ha celebrato l’eucaristia; massiccia è stata la partecipazione dei fedeli anche perché l’evento ha coinciso con l’arrivo della venerata immagine della Madonna del giro, un rito antico che affonda le sue origini nei secoli e a cui la gente di questo entroterra è molto legata. La chiesa era rimasta chiusa per vari anni per motivi di sicurezza: era stata resa inagibile per la vetustà dell’armato di copertura deteriorato da infiltrazioni di acqua piovana, che ne hanno aggravato lo stato.
La cerimonia è stata annunciata dal concerto delle campane, improvvisato da Luca Cangini, l’archivista della diocesi; il suono ha sorpreso un po’ tutti, perché da vario tempo le funzioni erano annunciate da uno scampanio registrato. La riapertura di una chiesa al culto è sempre motivo di letizia, in particolare se avviene nella giornata di Pentecoste in cui lo Spirito Santo scese sugli Apostoli. La presenza di un luogo di culto su una zona è notevole, perché oltre a permettere di compiere le devozioni di ciascuno, consente anche momenti di forte aggregazione nella preghiera comunitaria come durante la celebrazione dell’eucaristia. La chiesa in questione è parte integrante dell’ampia parrocchia dei SS Giovanni Battista, Michele e Vitale di Isola di Fano.
Su interessamento della stessa parrocchia, retta con spiccato spirito pastorale da don Alessandro Carpignoli e della stessa comunità molto legata al proprio tempio si è voluto mettere mano al suo ripristino. Mediante tale impulso partecipativo si è riusciti a raggranellare una consistente somma di denaro necessaria per realizzare i lavori. A mettere insieme la somma hanno contribuito la stessa Comunità di Montalto, la diocesi di Fano Fossombrone Cagli e Pergola, la Regione Marche, la Banca di Credito Cooperativo del Metauro, la Fondazione del Monte di Pietà di Fossombrone, la Comunità di Isola di Fano e quella di Ghilardino, l’Associazione Culturale di Isola di Fano e alcune ditte del luogo.
La chiesa di Montalto è la più antica di tutta la zona, la sua edificazione risale alla fine del XVI secolo, essa riflette lo stile classico semplificato; di fianco ad essa sta la massiccia canonica che si eleva su tre piani a causa del dislivello del suolo. Tale chiesa si distingue dalle altre anche per la forma che è a croce latina, il cui transetto (i bracci), ospita due altari, uno per parte. Nei secoli passati la chiesa era compresa fra le mura del castello di Montalto e fu eretta a fianco dei resti di un’antica torre medievale, da tempo adattata a campanile; ciò è attestato da una lapide, il cui bassorilievo raffigura lo stemma di Federico da Montefeltro costituito da un’aquila e dalle lettere F D (FEDERICUS DUX). L’intero impianto murario di Montalto costituì per lungo tempo un compatto baluardo a difesa del Ducato di Urbino, insidiato dalle parti del torrente Tarugo dai Malatesti, nemici acerrimi del duca e presenti in zona con l’avamposto di Isola Gualtresca (Isola di Fano).
L’altare maggiore è dedicato al Santissimo Sacramento ed accoglie la pala della SS. Trinità con i santi Vitale, il patrono, ed Antonio Abate, essa è datata 1601 ed è stata commissionata per voto da Lazzaro Depero della Camilla; quello di sinistra è consacrato alla Madonna del Rosario per la presenza della statua della Vergine che sostituisce una tela, andata perduta, la quale rappresentava la Beatissima Vergine con il Bambino in braccio e i santi Domenico e Francesco. Invece quello di fronte alloggia in una nicchia, impreziosita da una cornice di marmo e due colonnine che sorreggono il timpano, il Santissimo Crocifisso ritenuto miracoloso. La venerazione verso questa icona è tale che solamente il sacerdote era ammesso a portarla in processione. Sopra l’ingresso nella cantoria trova posto un organo a canne, non più funzionante, costruito nel 1832 dal sacerdote don Angelo Domenico Cimarelli di Isola di Fano, il quale, l’anno precedente aveva realizzato quello della chiesa parrocchiale del suo paese.
Il prospetto della chiesa è ornato da un timpano che sormonta la linea di gronda e ne impreziosisce l’intera facciata.
a cura di Emilio Pierucci