Le Scuole di Pace delle diocesi di Pesaro, Fano Fossombrone Cagli Pegola e la Scuola di Pace “V. Buccelletti” del Comune di Senigallia, insieme alle organizzazioni che ne fanno parte, esprimono profonda preoccupazione per gli avvenimenti che stanno avendo luogo in Afghanistan, dove le forze talebane hanno preso il controllo della capitale e del resto del paese.
Dopo una guerra di venti anni dai costi umani incalcolabili e da miliardi di euro di spesa, il ritiro delle forze armate della NATO sta lasciando il paese in un tragico baratro. Come già dimostrato in altri scenari internazionali, come Iraq, Somalia, Libia, laddove si scelga di seguire la logica della guerra e del mercato delle armi non sarà mai possibile costruire una pace autentica e duratura.
Come sempre saranno i più deboli a pagare il prezzo più alto, già in decine di migliaia in fuga dalle zone di combattimento, mentre i talebani sono ormai nella capitale, Kabul. Assieme al personale delle ambasciate, anche i pochissimi sacerdoti, religiosi e religiose che si trovano a Kabul si stanno preparando al rientro obbligato.
“Mi unisco all’unanime preoccupazione per la situazione in Afghanistan. Vi chiedo di pregare con me il Dio della pace affinché cessi il frastuono delle armi e le soluzioni possano essere trovate al tavolo del dialogo”.
Lo ha detto il Papa all’Angelus del 15 agosto, aggiungendo “Solo cosi la martoriata popolazione di quel Paese, uomini, donne, anziani, bambini, potrà ritornare alle proprie case, vivere in pace e sicurezza nel pieno rispetto reciproco”. La comunità cristiana è una comunità piccola ma significativa che negli ultimi anni ha testimoniato l’attenzione nei riguardi dei più poveri e fragili. La Presidenza della CEI ha invitato tutti a pregare domenica 22 agosto, in tutte le parrocchie, per la pace in Afghanistan e per le vittime del terremoto di Haiti.
Come organizzazioni locali impegnate nella promozione della nonviolenza e della pace desideriamo tenere alta l’attenzione di tutta la comunità internazionale sulla protezione dei diritti umani fondamentali, in particolare dei più vulnerabili, in modo particolare per le donne e le minoranze, tra le quali non possiamo dimenticare le piccole ma attivissime comunità cristiane ancora presenti all’interno del paese.
Chiediamo l’attivazione urgente di corridoi umanitari che permettano l’evacuazione sicura delle persone, il sostegno ai paesi vicini che si troveranno ad ospitare inevitabilmente i rifugiati afghani e l’interruzione dei respingimenti di frontiera lungo la rotta balcanica.
Si ricorda che è già possibile contribuire economicamente con offerte che andranno a sostenere progetti in loco della rete Caritas, esprimendo la causale “Emergenza Afghanistan” tramite il conto di Caritas Italiana: Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT24 C050 1803 2000 0001 3331 111
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