In occasione della Giornata Mondiale Missionaria, sabato 23 e domenica 24 ottobre, nelle Vicarie, è stato consegnato il mandato missionario ai catechisti e agli operatori pastorali chiamati a essere missionari nel quotidiano, testimoni e profeti. Essere testimoni ovvero dare testimonianza di ciò che si è vissuto, dell’incontro con Dio che è Padre buono e con Gesù in carne ed ossa, presente nell’altro, capace di capire ogni nostra emozione, ogni nostro limite, paura, sofferenza e altresì capace di dare senso a tutto ciò, alla nostra vita. Essere profeti ovvero saper leggere i fatti della storia passata e presente con occhi nuovi, fare attività di annuncio, di animazione, di cooperazione, qui e là , ai vicini e ai lontani. “La Giornata Mondiale Missionaria – ha sottolineato il direttore del Centro Missionario Diocesano Marco Gasparini – vuole alimentare la fraternità tra i popoli, la comunione fra le chiese del mondo e aiutarci affinchè ognuno di noi possa impegnarsi per la solidarietà. Siamo invitati tutti ad aiutare chi incontriamo nel nostro cammino a vedere con occhi, anzi con occhiali nuovi il mondo e le persone che si stanno accanto, sono gli occhiali di Cristo che sono capaci di vedere nell’altro non un problema, ma un fratello da ascoltare, accogliere e aiutare. Iniziamo a comunicare il bene che c’è nell’altro e in ognuno di noi”.
Il Centro Missionario Diocesano, grazie alla disponibilità dei giovani animatori, ha portato in ogni celebrazione una piccola testimonianza e hanno ricordato alle varie comunità zonali di essere missionarie nel quotidiano e in ogni contesto in cui ci si trova a prestare il proprio servizio. Il direttore, al termine della giornata, ha sottolineato come quest’anno sono stati proprio i giovani a ricordarci l’impegno missionario ad gentes. “Una frase che mi è stata detta alla fine del campo missionario – ha ricordato Aurora, animatrice del Centro Misisonario Diocesano, portando la sua testimonianza – è questa ‘Il campo inizia quando finisce’. La missione deve continuare nella quotidianità, perché noi siamo chiamati a essere missionari, in qualsiasi periodo dell’anno, come ci ricorda Gesù nel Vangelo di Marco”.