Presente il direttore Marco Gasparini

Il CMD Fano al Convegno Nazionale di Missio Ragazzi

Ascoltare è già fare missione. Potrebbe essere questa la frase riassuntiva della due giorni del Convegno Nazionale di Missio Ragazzi svoltosi venerdì 4 e sabato 5 marzo in modalità on line sulla piattaforma informatica della CEI. A parteciparvi il direttore del Centro Missionario Marco Gasparini che ha sottolineato la bellezza e l’importanza di essere presenti a questi appuntamenti nazionali dove l’incontro con tanti fratelli porta ad un arricchimento reciproco e a prospettive nuove, profetiche sul tema della missione e dell’evangelizzazione.  Ad aprire il convegno don Valentino Bulgarelli della CEI che, nella sua relazione, ha voluto ricordare il cammino sinodale intrapreso dalla Chiesa Italiana. “Questo cammino – ha detto don Valentino – non è un evento di pochi, una riunione tecnica, ma un’esperienza di tutti senza escludere nessuno dove siamo chiamati a lasciare da parte la consuetudine dei nostri ruoli. Riscopriamo la bellezza di scoprirci Ecclesia, chiamati da Dio perché ci vuole donare il suo amore non, per fare un po’ di burocrazia! Lasciamoci amare da Lui! Non si fa splendere il volto della Chiesa con eventi ma con il volto felice di ogni battezzato”.

Una domanda poi è stata posta ai convegnisti, “la Comunità cristiana oggi è un partner affidabile con cui camminare?”. Per potervi rispondere occorre valutare cosa nella Chiesa dobbiamo tenere, cosa dobbiamo buttare e cosa è necessario cambiare. “Per molto tempo abbiamo vissuto di rendita ma la rendita sta per finire, dobbiamo riscoprire l’istanza missionaria riscoprire le persone nella loro vita nel loro Quotidiano. È il noi che evangelizza, non i singoli, (L.G. n.2-3-4 ) la comunione trinitaria che si riflette nell’ascoltare, nel lasciare agire lo spirito, nel prendere decisioni. Dobbiamo abbandonare schemi vecchi per annunciare il vangelo – ha proseguito don Valentino – non basta più il ‘biliardino in parrocchia’ per attrarre i ragazzi perché la realtà di tutti i giorni è cambiata profondamente, ciò che era scontato ieri oggi non lo è più, aiutiamoci pertanto a crescere prendendoci cura delle giovani generazioni e degli adulti. In questo tempo è crollata la fiducia verso l’altro, si vive la solitudine, l’isolamento, non ci fidiamo più gli uni degli altri. C’è uno smarrimento della partecipazione del popolo di Dio, c’è una difficoltà di costruire un ‘noi’, la Chiesa è dentro la storia, dentro la realtà, non possiamo estraniarci o dividere la quotidianità dalla vita di fede.  Recuperiamo quindi la prospettiva del ‘noi’ – ha concluso don Bulgarelli – no ad una prospettiva isolata dell’io. La Comunità non può essere dei pochi, senza paura accogliamo l’altro anche se la pensa diversamente da noi, dobbiamo essere inclusivi e non esclusivi”.
Come proporre dunque la missione oggi ? Evangelizzare e farsi evangelizzare dall’altro, accogliendo la bidirezionalità dell’annuncio, non dobbiamo fare i maestri che insegnano ma costruire insieme la vita quotidiana. I ragazzi sono importanti, dobbiamo avere uno sguardo diverso verso di loro, non sono ‘bussolotti da riempire’ ma sono essi stessi capaci di profezia, diamogli importanza e mettiamoci a fianco non davanti. Il cuore dei piccoli è terra sacra, sono capaci di semplificare le cose difficili e di andare all’essenziale.