Il Vescovo ha celebrato la Santa Messa con la Polizia Municipale

La divisa, orgoglio e responsabilità

“Chi indossa la divisa deve essere orgoglioso e, allo stesso tempo, responsabile”. Queste le parole del Vescovo Armando nell’omelia della Santa Messa, celebrata sabato 5 novembre in Cattedrale, alla presenza delle autorità civili e militari, in occasione del 159esimo anniversario di istituzione del Corpo di Polizia Locale di Fano. “Pio XII – ha proseguito il Vescovo – delineò la figura del vigile con queste stupende parole: ‘Il vigile urbano è, in qualche modo, l’occhio, l’orecchio, la mano e il cuore della pubblica autorità a vantaggio del bene comune del cittadino’. È a tutti noto che il servizio che ogni giorno prestate ai cittadini è impegnativo, talora spossante e a volte non pienamente compreso da coloro stessi per i quali vi affaticate. La Polizia Municipale è fondamentale per tenere connesse le varie parti della città, si dice che dovete cucire con pazienza i territori, deve essere il sostegno e il terminale del sindaco nel territorio, il collegamento fra i cittadini e il comune. I Vigili Urbani devono essere i tutori delle regole, nel traffico, nella sicurezza, nel commercio, nella protezione delle persone con disabilità, nel governo della vita notturna. Per comprendere l’importanza dei servizi di vigilanza – ha proseguito il Vescovo – occorre uno studio accurato e approfondito scevro da pregiudizi e che tenga, soprattutto, conto dell’eccezionale varietà di compiti. Perché i vigili possano espletare un’opera veramente educatrice nei confronti delle popolazioni, devono essere messi nelle condizioni numeriche tali da consentire loro quell’opera di prevenzione, tanto necessaria e che consenta di limitare al minimo l’attività repressiva. Date sempre il meglio di voi stessi – ha sottolineato il Vescovo rivolgendosi al Corpo di Polizia Municipale – in particolare di fronte alle difficoltà e alle responsabilità, allo scrupolo che vi guida essendo l’interfaccia più prossima alla gente, alla comunità, incoraggiate la legalità, raccomandate il buon esempio, sanzionate con tolleranza ciò che va contro le regole. Si ha la percezione evidente di una società nella quale la litigiosità ha raggiunto livelli di guardia. Occorre lavorare sull’uomo per renderlo sempre più attento, responsabile, capace di analizzare correttamente la realtà desideroso di migliorarla col suo contributo. Se il numero delle persone responsabili aumenta, il clima sociale diventa più corretto”.