Si è svolto sabato 4 marzo, al centro pastorale diocesano, nell’ambito degli incontri della Scuola di Pace, l’incontro con padre Alex Zanotelli, missionario Comboniano da sempre impegnato a difesa della pace, della nonviolenza e della giustizia sociale. P. Alex, già direttore di Nigrizia, ha vissuto per lungo tempo in Kenya nelle baraccopoli e ora, rientrato in Itali, presta il suo servizio nella periferia di Napoli.
Ad introdurre l’ incontro P. Giorgio Padovan, missionario Comboniano in servizio a Fano, che ha ricordato come P. Alex ha aiutato la comunità Comboniana a lavorare con i poveri, con i giovani, senza timore di essere testimone di Cristo fino in fondo. Inoltre, prima del suo intervento è stata presentata la lettera di denuncia scritta dalla famiglia Comboniana per fare memoria di quanto accaduto una settimana fa, l’ennesima tragedia in mare consumatasi in Calabria dove hanno perso la vita oltre 100 migranti Il mediterraneo – hanno scritto i Comboniani – è una grande tomba a cielo aperto e non si capisce perché non si è intervenuti per salvare queste vite. Sono i muri che creano i trafficanti, basta con le politiche contro le ONG, siamo alla cattiveria eletta a sistema, abbiamo perso ciò che ci rende umani: la compassione per chi soffre. Chiediamo a Governo ed Europa perché se siamo stati capaci di accogliere 10 milioni di Ucraini in poco tempo, ora non possiamo aiutare quanti soffrono e provengono dal sud del mondo? Sono esseri umani e hanno diritto di vivere anche loro.
Con un accorato appello P. Alex Zanotelli ha ricordato come sia fondamentale riflettere sul problema strutturale, sul sistema in cui viviamo, dobbiamo essere attenti a cosa avviene a livello mondiale per capirne le dinamiche. La peggior specie di peccato è quello istituzionalizzato, quello che ne cancella la sua percezione, il riconoscimento della colpa.
Vi sono due dimensioni da esaminare, quella personale e quella sociale, dobbiamo passare da strutture di morte a strutture di vita. Siamo in guerra contro i poveri, contro i migranti, stiamo creando morte.
“Abbiamo bisogno del battesimo dei poveri – ha raccontato il Missionario – stando con i poveri in Kenya ho capito che questo mondo è assurdo. Dalla mia baracca, vedevo da un lato i grattacieli e le ville e a pochi km la povertà, paradiso e inferno si affiancavano. Dobbiamo convertirci altrimenti non c’è speranza nè per noi nè per i poveri. Io sono stato inviato dai poveri per convertire la mia tribù”. Viviamo in un sistema più finanziario che economico, dobbiamo capire la predominanza della finanza sull’economia, chi comanda oggi sono le banche non i governi. Questo sistema permette al 10 % del mondo di consumare il 90% delle risorse del pianeta ad una grande velocità, 830 milioni di persone nel pianeta fanno la fame, 200 milioni sono i baraccati. Perché tutti questi poveri non si ribellano? Perché noi abbiamo le armi i poveri no!
Nel 2021 abbiamo investito 2113 miliardi di dollari in armi. Nel 2011 abbiamo fatto una guerra contro la Libia ed era un paese amico… lo abbiamo fatto per il petrolio. Perché non parliamo della guerra in Congo? Perché da lì prendiamo i nostri tesori, minerali di cui dobbiamo appropriarci per far funzionare il nostro sistema.
Abbiamo creato dunque un sistema economico finanziario militarizzato che sta pesando sull’ecosistema, abbiamo bisogno di energia e per produrla produciamo anidride carbonica. Questo no ci fa più respirare. Il pianeta non supporta più questo sistema di morte. Tocca a noi cambiare le cose, i governi sono prigionieri del sistema, ma noi quanto conosciamo di ci che avviene? C’è il serio pericolo di essere manovrati e sorvegliati dal web, dai capitalisti della sorveglianza sanno tutto di noi mentre noi non riusciamo a capire cosa fanno loro, predicono il nostro futuro ma per far guadagnare alle nostre spalle. Leggiamo criticamente la realtà, cerchiamo la verità per capire cosa sta avvenendo. Il frutto amaro di questo sistema sono i 250 milioni di migranti, molti sono migranti ambientali e non sono riconosciuti, fuggono da condizioni climatiche impossibili perché vogliono vivere. Stiamo persino esternalizzando le frontiere facendo accordi con paesi extra UE (Turchia, Libia) affinché trattengano i migranti per non farli entrare in Europa, è pazzia tutto questo.
Dobbiamo saper accogliere, ci vuole pianificazione, ma cosa possiamo fare noi?
- Dobbiamo avere una visione critica del mondo informandoci;
- La speranza deve nascere dal basso, mettiamo in atto grandi movimenti popolari a difesa dei poveri;
- Togliamo i nostri soldi dalle banche che finanziano la produzione di armi .
- Boicottiamo quanti producono sfruttando i poveri.
L’incontro si è poi concluso con alcune domande del pubblico a P. Alex sul grande tema dell’acqua pubblica, un bene di tutti su cui è inaccettabile la speculazione del privato soprattutto dopo l’esito del referendum popolare.
Marco Gasparini