Domenica 12 marzo si è tenuta l'assemblea pastorale diocesana

Conversione sinodale significa conversione evangelica

Orientare l’ascolto dei cantieri sinodali verso alcuni ‘nodi’ importanti della nostra chiesa diocesana E’ stato questo il filo conduttore dell’assemblea pastorale che si è tenuta, domenica 12 marzo, al Centro Pastorale Diocesano, appuntamento che ogni anno richiama un numeroso gruppo di persone che desiderano condividere e camminare insieme oggi più mai secondo lo stile sinodale. Al centro, infatti, del pomeriggio “I cantieri sinodali”.  Dopo la preghiera di invocazione allo Spirito Santo, sono stati mostrati ai presenti alcuni video dei referenti diocesani per il sinodo, Roberta Mei e Giovanni Santarelli, che sabato 11 e domenica 12 hanno preso parte, a Roma, all’assemblea nazionale dei referenti diocesani del cammino sinodale. La parola è, poi, passata al Vicario per la Pastorale don Francesco Pierpaoli. “Oggi è un punto di svolta per la nostra chiesa particolare perché poi arriveremo all’assemblea di giugno con due o tre punti chiave su cui focalizzarci. In questo tempo abbiamo ascoltato le fatiche, ma anche i momenti positivi dei cantieri sinodali”. Successivamente, prima di passare ai lavori di ascolto nei vari gruppi, i quattro coordinatori delle quattro aree pastorali (che sono anche i quattro coordinatori dei cantieri sinodali), Michela Pagnini, don Matteo Pucci, don Steven Carboni, Gabriele Darpetti, hanno presentato il percorso che stanno facendo nell’ottica della collaborazione e della corresponsabilità. Al termine dell’assemblea il Vescovo Armando ha posto l’accento su alcuni temi fondamentali: la conversione sinodale, l’uguaglianza battesimale, la responsabilità condivisa, l’importanza di ridisegnare il volto di una chiesa che vive radicata in questo tempo e in questo territorio, la pazienza dei piccoli passi. “Camminare insieme, infatti – ha sottolineato il Vescovo Armando nel suo intervento – è lo stile del Vangelo e se vogliamo che gli organismi di partecipazione facciano da supporto alle nostre comunità nello svolgimento della loro missione noi dobbiamo costruirli nello stile del Vangelo, di quel “sedersi in mezzo” e non sopra, non creando file, ma in mezzo. L’obiettivo dei processi partecipativi non sarà principalmente l’organizzazione ecclesiale, bensì il sogno missionario di arrivare a tutti”.

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