“Chi indossa la divisa fa parte di un unico Corpo con diversi compiti, ma con la stessa umanità”. Così ha esordito il Vescovo Armando, venerdì 31 marzo, nell’omelia del Precetto Pasquale Interforze celebrato in Cattedrale e al quale hanno preso parte le autorità civili e militari presenti sul nostro territorio.
“Vorrei incoraggiarvi – ha sottolineato il Vescovo – al cosiddetto precetto pasquale. In fondo cos’è la Pasqua? E’ sentirsi amati da Dio nonostante le nostre fragilità. Camminare, inciampare, cadere, rialzarsi e tornare a camminare è una dinamica spirituale. Quanta fatica a volte a riconoscere la propria fragilità, ad ammettere certe sconfitte e, sapendo di non farcela da soli, a ricorrere a Dio! Ogni volta che si cade più in basso, la strada per risalire è più lunga e faticosa. Tuttavia, per trovare la ragione che impedisce davvero il cambiamento, occorre guardare in alto e guardarsi dentro, per trovare la stima e la fiducia che vengono dal sentirsi amati da Dio. Per sentirsi amati da Dio, però, bisogna anche sentirsi un po’ perduti: il superbo non ha bisogno di Dio perché pieno di sé. E’ decisivo per il proprio cammino spirituale – ha proseguito il Vescovo – sapere che qualcuno ti sta amando nonostante il tuo gesto. Il segreto della speranza di chi pecca, di chi è fragile sta proprio nell’amore misericordioso di un Dio che non giudica e non condanna, ma viene a liberare dal laccio. Il mondo ha bisogno di testimoni dell’amore di Dio perché sentirsi amati da Lui senza meriti, limiti o eccezioni, è la sorprendente buona notizia che incoraggia a rialzarsi e a tornare ad amare”.
Il Vescovo si è poi soffermato sul valore della divisa. “Voi che indossate la divisa per dare molto occorre che vi sentiate riconosciuti molto dalla società civile, dallo Stato, ma anche dalla Chiesa”.