In occasione di San Francesco Patrono d'Italia

Il Vescovo Andrea ha incontrato la stampa

“Tutta la gente della Diocesi mi ha riservato una cordiale accoglienza e non è una frase di circostanza. Ho ricevuto, fin dal mio ingresso, un’accoglienza davvero calorosa”. Lo ha ribadito più volte il Vescovo Andrea, mercoledì 4 ottobre, nell’incontro con la stampa in Episcopio. Una data non casuale quella della festa del Patrono d’Italia San Francesco per vivere questo momento in “perfetta letizia”. Tanti sono stati i temi che i giornalisti hanno posto, attraverso domande, alla sua attenzione: dall’eredità lasciata dal Vescovo Armando, alla crisi delle vocazioni, all’accorpamento delle parrocchie, alla conoscenza del nostro territorio così vasto e variegato. “Sono in Diocesi da circa novanta giorni – ha esordito il Vescovo – e questi primi momenti li sto utilizzando per conoscere, ascoltare, ridurre le distanze geografiche e temporali. Mi presento a voi con spirito di riconoscenza, gratitudine e collaborazione”. Sull’eredità raccolta dal suo predecessore, Mons. Armando Trasarti, il Vescovo ha sottolineato la bellezza di poter riconoscere la bontà del lavoro altrui per vivere in continuità con chi lo ha preceduto. “Tutto questo – ha affermato – mi responsabilizza. Ringrazio, pertanto, il Vescovo Armando e tutti i vescovi precedenti. Mi sento all’interno di una squadra di collaboratori della Chiesa forte e vivace che lavora con impegno. Dobbiamo sentirci – ha aggiunto – aperti a ciò che la Chiesa ci chiede e ricordarci sempre che i confini sono punti di incontro e non di chiusura”.
Sulla crisi delle vocazioni, il Vescovo ha espresso preoccupazione per l’età anagrafica del suo presbiterio (solo dieci sacerdoti sono più giovani di lui nato nel 1968), ma anche gratitudine per un nuovo sacerdote, Marco Rulli, che verrà ordinato sabato 14 ottobre nella concattedrale di Pergola alle ore 17. “Voglio ringraziare il clero anziano ancora in salute perché è una presenza attiva che ci rassicura”. Il Vescovo ha poi fornito alcuni dati riguardo il presbiterio: sessanta circa sono i preti nativi della Diocesi, alcuni sono venuti in Italia da chiese straniere sorelle per motivi di studio, e la ricchezza di avere, sul territorio, diverse comunità religiose che danno freschezza attraverso le loro esperienze di vita religiosa attiva e monastica.
Si è parlato, poi, di possibili accorpamenti tra parrocchie e addirittura fra Diocesi. “Non posso parlare ora di fusioni o di accorpamenti. Quello che, oggi, mi sento di dire è che bisogna avere una visione ampia di Chiesa, dobbiamo avere ampie prospettive e pensarci di più a livello di comunità”.

In conclusione, il Vescovo ha proposto un altro incontro con la stampa vicino al patrono dei giornalisti San Francesco di Sales a gennaio.