Domenica 3 dicembre si è tenuta l'Assemblea Diocesana

“Occorrere percorrere strade nuove”

“Raccontare tutto l’accaduto”. Il versetto del Vangelo di Luca che presenta l’incontro dei discepoli di Emmaus con Gesù ha fatto da filo conduttore alla relazione di dom Gianni Giacomelli, priore di Fonte Avellana, domenica 3 dicembre in apertura dell’Assemblea Pastorale Diocesana.
Dopo la preghiera, guidata dal Vescovo Andrea, dom Gianni si è concentrato su tre verbi, il primo è “vedere”. “Le parole appena ascoltate sono incastonate tra due riferimenti al vedere. All’inizio, gli occhi sono trattenuti dal riconoscerlo a causa del pianto, del dolore, della delusione, dell’angoscia, dello smarrimento; non riuscivano a vedere l’opera di Dio già compiuta in colui che incrociano nel cammino. Alla fine del racconto, Gesù viene riconosciuto poiché i loro occhi attraversano la barriera, vanno nel profondo e riescono a comprendere. Per poter annunciare – ha sottolineato dom Giacomelli – serve una visione nel profondo di ciò che ci è accaduto.
Il secondo verbo è “discorrere” che, più volte, torna nel racconto. La parola che viene usata (dal greco omilein) indica come ognuno fa omelia all’altro, convincendo ciascuno l’altro riguardo la propria interpretazione di ciò che sia successo. Ma, e qui veniamo all’altro verbo ovvero “ascoltare”, nessuno ascolta l’omelia dell’altro poiché discorrono disputando: perdono il primo atto di una vera evangelizzazione. Gesù dice loro che stanno solo gettando l’uno sull’altro le loro insicurezze, la loro rabbia, la loro delusione.
Il terzo verbo è “narrare”. Quello dei discepoli di Emmaus è un racconto dei fatti senza avere la minima capacità di trovare, dentro questi, un senso profondo e senza avere la virtù della fede. Raccontano senza proiettare verso un compimento, con una “desperantizzazione” del vivere, ovvero togliendo la speranza come criterio interpretativo”.
Al termine dell’intervento di dom Gianni, don Francesco Pierpaoli, vicario per la pastorale, e i referenti delle aree hanno illustrato il cammino sinodale fatto sinora in Diocesi, mettendo in evidenza i punti di forza, le criticità e le prospettive. Don Marco Presciutti, pro-vicario generale, ha illustrato ai numerosi presenti la geografia della nostra Diocesi che va dal mare agli Appennini e la divisione nelle varie vicarie.
In conclusione, dopo il dibattito in assemblea, ha preso la parola il Vescovo. “Oggi siamo qui riuniti non solo per ‘raccontare l’accaduto’, ma la riflessione sapienziale ci permette di comprendere se tutto ciò abita e riscalda il nostro cuore”. Il Vescovo ha, poi, offerto alcune indicazioni di metodo: la prima è quella di imparare a ‘leggere’ e ‘vedere’ bene, entrando nel cuore e lasciando che il Risorto possa aiutarci in questo; la seconda è la fatica di morire, affinché possa nascere qualcosa, preparandosi con una prospettiva pasquale e con il coraggio di andare al sepolcro; la terza ha riguardato la narrazione che richiede un linguaggio nuovo, non narcisistico, una grammatica e una comunicazione autentiche. “Siamo troppo accentrati sulla parrocchia – ha sottolineato il Vescovo – occorre percorrere strade nuove. L’osmosi tra parrocchie, monasteri, case religiose e di spiritualità è preziosa e deve essere custodita”. Un accenno anche alle fasi del sinodo. “Avremmo modo di affinare l’ascolto – ha affermato – per arrivare a fare scelte profetiche”.

Al termine, è stata presentata Elisabetta Vitali, giovane della Diocesi eletta segretaria nazionale di “Missio Giovani”.

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