Lunedì 26 febbraio si è tenuto il secondo Quaresimale a Calcinelli

“Una sapienza che non è di questo mondo” (1Cor 2,6)

Si è tenuto lunedì 26 febbraio, nella chiesa parrocchiale di Calcinelli, il secondo dei cinque Quaresimali guidati dal Vescovo Mons. Andrea Andreozzi sui primi quattro capitoli della Prima Lettera ai Corinzi. Il tema è stato “Una sapienza che non è di questo mondo” [1Cor 2,6].
L’incontro ha visto una folta e attiva partecipazione dei fedeli, provenienti in particolare dalle comunità della Vicaria del Metauro, che hanno ascoltato con attenzione le parole del Vescovo alternate a momenti di musica e canto curati dal servizio liturgico della parrocchia Santa Croce.

“San Paolo – ha detto il Vescovo nel suo commento alla lettura biblica – ci esorta a considerare la nostra chiamata, la nostra vocazione non alla luce del nostro curriculum vitae, cioè una lista di ciò in cui riconosciamo i nostri punti di forza, ma, al contrario, per quella che è la nostra piccolezza, la nostra umile quotidianità. Paolo non si è presentato sfoggiando una retorica elegante e non ci ha tenuto a dire che fosse un pozzo di scienza, nonostante i suoi molti titoli di studio e la sua grande capacità comunicativa. Ha puntato all’essenziale, non nascondendo la sua debolezza, le sue paure e le sue ansie, le incertezze di fronte al mistero di Dio da annunciare. Si è lasciato guidare dallo Spirito nel suscitare la fede dei Corinzi e per radicarla profondamente in Dio. Così ha trovato la forza per annunciare la parola della croce. I criteri di Dio ribaltano la nostra percezione poiché Lui ha scelto sempre ciò che era ignobile, piccolo, insignificante agli occhi del mondo – ha continuato il Vescovo – ed è in Gesù che possiamo rivolgerci a Dio in una giusta relazione: è attraverso ciascuno di noi, nella misura in cui sappiamo comprendere e attuare questo, che Dio rivela la sua grandezza, quella che trasforma davvero il mondo”.

Particolarmente intenso ed emozionante è stato il momento della presentazione di una candidata al Battesimo della parrocchia San Paolo Apostolo in Torrette accompagnata dal parroco don Antonio Interguglielmi e dalle catechiste Mafalda e Grazia.
Lorena, giovane albanese in Italia da 16 anni, ha offerto una toccante testimonianza del suo percorso di fede concretizzatosi a seguito della malattia di sua figlia Martina, “fonte della sua conversione” come l’ha definita lei, morta qualche tempo fa ad appena 5 anni: “Mio nonno era musulmano, ma mi ha sempre trasmesso un’immagine di Dio positiva, unificante e non divisiva. Per questo non mi è stato difficile conciliare il mio passato familiare non cattolico: oggi provo emozioni indescrivibili ogni domenica che vado a Messa e attendo con trepidazione il giorno del mio Battesimo, grazie anche a mio figlio e mio marito che mi hanno lasciato libera in questa mia scelta”.Prima della preghiera finale e del congedo, tutti i presenti son stati invitati a scrivere concretamente il proprio nome in un libro appositamente predisposto, rappresentazione del Registro dei Battesimi, segno di una nuova consapevolezza del nostro essere battezzati, veri “strumenti” per la manifestazione della gloria di Dio.