Indicazioni liturgiche per la celebrazione del sacramento della Confermazione e Nota sui padrini della Cresima

INDICAZIONI LITURGICHE PER LA CELEBRAZIONE DELSACRAMENTO DELLA CONFERMAZIONE 

Premessa

La preoccupazione, che giustifica questo testo, è mistagogica: vorrei che ogni celebrazione della cresima fosse vero incontro con il risorto, esperienza della sua Vita in noi perchè impariamo a vivere da cristiani. Nella Liturgia infatti il popolo di Dio celebra il mistero di Cristo Signore, culmine e fonte della vita cristiana.

1.                 Ministro originario della confermazione è il vescovo. È bene che il parroco e gli altri sacerdoti collaboratori concelebrino con il Vescovo ed insieme a lui impongano le mani sui cresimandi. Si manifesta così in modo significativo l’unità del presbiterio.

2.                 Per la liturgia della Parola chiedere sempre alla segreteria del Vescovo indicazioni per poter disporre adeguatamente i libri liturgici ed i lettori.

3.                 E’ necessario rendere noto al Vescovo prima della celebrazione quali sono le parti della Messa cantate. Sarebbe auspicabile che il Kyrie, il Gloria, Santo, Mistero della fede e Agnello di Dio fossero cantati quando previsti.

4.                 Per amministrare la confermazione si preparino:

a)                 le vesti sacre necessarie per la celebrazione

b)                il vasetto con il sacro crisma (dignitoso e di volume sufficiente per essere ben visto) 

c)                 il Rito della Confermazione;

d)                il necessario per lavare le mani dopo l’unzione dei cresimati;

e)                 tutto il necessario per la Messa (si preparino anche i doni del pane e del vino ed i cestini per la raccolta delle offerte) ed eventualmente per la comunione sotto le due specie.

5.                 E’ tradizione che le famiglie dei cresimandi facciano una offerta al Vescovo. E’ bene informare le famiglie stesse che queste offerte verranno destinate dal Vescovo secondo le necessità della Diocesi.

6.                 È auspicabile che la celebrazione si apra con l’aspersione domenicale a memoria del Battesimo per sottolineare la continuità tra i tre sacramenti della Iniziazione Cristiana (per questa ragione è desiderabile che il padrino/madrina del battesimo sia lo stesso della Cresima)

7.                 Le letture non siano proclamate dai candidati alla Confermazione perchè sarà proprio questo sacramento ad abilitarli al servizio liturgico.

8.                 Dopo la proclamazione del vangelo i cresimandi vengono presentati dal parroco o da un altro sacerdote, o da un diacono, o anche da un catechista in questo modo: se è possibile, i singoli cresimandi vengono chiamati per nome, e fatti entrare a uno a uno in presbiterio e tutti si fermano davanti al vescovo. Se i cresimandi sono molto numerosi, non vengono chiamati per nome; si dispongono però in luogo opportuno davanti al Vescovo .

9.                 La celebrazione della Confermazione di norma avviene alla sede. Se invece, per la partecipazione dei fedeli fosse necessario, si prepari la sede per il vescovo davanti all’altare o in un luogo più adatto concordato con il Vescovo.

10.             Segue la preghiera dei fedeli. Sia costituita da 4-5 intenzioni, brevi e dirette nella formulazione, che esprimano la preghiera per la Chiesa universale, la comunità diocesana e parrocchiale, la società civile, i cresimati. Sarebbe cosa buona che i neo cresimati esercitino per la prima volta la loro nuova condizione leggendo essi stessi le intenzioni dopo opportuna preparazione.

11.             Se non è già stato fatto prima della celebrazione è possibile a questo punto ornare l’altare con fiori e lumi portati processionalmente. Segue la presentazione dei doni, anche questa è bene sia fatta dai neocresimati,  che comprenda il pane ed il vino che saranno utilizzati per l’eucaristia (non è corretto portare uva, pane non da consacrare ecc.) e doni per le necessità della Chiesa  (soprattutto il suo servizio ai poveri)

Non ha alcun senso portare all’altare oggetti (anche religiosi come catechismo, Bibbia, croce oppure scarpe da calcio ecc.) che risultano poi non essere doni ma semplicemente richiamo ad impegni di vita.

Sull’altare siano collocati solo il pane ed il vino per la celebrazione eucaristica. Gli altri doni in un luogo adatto.

L’uso di accompagnare questa azione con delle didascalie è da scoraggiare, poiché i segni sono tali quando esprimono di per se stessi quanto viene invece proposto dalle spiegazioni.

12.             È bene distribuire la comunione sotto le specie del pane e del vino.

 

13.             Il desiderio di riprendere con telecamera o con fotografie la celebrazione della Confermazione è comprensibile. E’ però consigliabile che un solo operatore intervenga, possibilmente opportunamente preparato dal Parroco

NOTA SUI PADRINI DELLA CRESIMA 

Si ritiene opportuno richiamare le disposizioni e gli orientamenti della Chiesa anche su questo aspetto della Confermazione.

I criteri per la scelta dei padrini della cresima sono indicati dal can. 893 del Codice di Diritto Canonico, che rinvia a quanto prescritto dal can. 874 per i padrini del battesimo.

Va detto subito che non possono fungere da padrini i genitori: ciò è chiaramente escluso dal can. 874 § 1,5°. Il ruolo dei padrini è diverso da quello dei genitori. I padrini infatti sono chiamati ad affiancare i genitori nell’educazione cristiana dei figli, rappresentando la sollecitudine materna della comunità cristiana. L’importanza del ruolo dei genitori nella celebrazione della cresima può essere evidenziata in altri modi: ad es. richiamando il loro impegno nella presentazione dei cresimandi al

vescovo, nelle preghiere dei fedeli, ecc.

La scelta del padrino spetta ai genitori o a chi ne fa le veci (can. 874 § 1,1°). E’ opportuno che il padrino della cresima sia lo stesso del battesimo (o meglio, uno dei padrini del battesimo, se come accade di solito, vi furono un padrino e una madrina). La persona prescelta dovrà avere compiuto i sedici anni di età (can. 874 § 1,2°).

Il can. 874 § 1,3° prescrive che il padrino sia cattolico, abbia già ricevuto la confermazione e l’eucaristia e conduca una vita conforme alla fede e al compito che si assume La natura stessa del compito del padrino esige che nella scelta si seguano non tanto criteri di parentela, di amicizia o di

opportunità sociale, ma di esemplarità nella vita cristiana, tenendo conto che il padrino di per sé non rappresenta la famiglia, ma la comunità cristiana che sostiene l’impegno educativo della famiglia.

In questo senso potrebbe essere significativa la scelta per questo compito di persone che nella comunità cristiana esercitano qualche ruolo educativo (ad es. catechisti, animatori) o qualche altro ministero.

I genitori dovranno preoccuparsi di scegliere una persona la cui vita sia coerente con la pienezza di testimonianza che deve dare al ragazzo. Pertanto si dovrà trattare di un cristiano che partecipa con regolarità all’eucaristia domenicale e alla vita della parrocchia, in modo da essere di esempio al ragazzo e di poterlo incoraggiare e sostenere a diventare lui stesso membro attivo della comunità cristiana. Alla luce di questo criterio non possono svolgere il compito di padrini coloro che vivono situazioni come matrimoniali irregolari (conviventi di fatto, cattolici sposati solo civilmente, divorziati risposati cf. CEI; Direttorio di pastorale familiare n. 218): tali situazioni, infatti, al di là delle disposizioni soggettive dei singoli, impediscono oggettivamente quella pienezza di testimonianza cristiana che il compito di padrino esige.

E’ opportuno che i parroci informino per tempo le famiglie dei ragazzi che si preparano alla cresima sui criteri per scegliere il padrino e sui requisiti che questi deve avere. Tutti i padrini abbiano la “lettera di idoneità” dalla Comunità Cristiana nella quale vivono la loro vita cristiana.