Il Tavolo Interassociativo, a cui appartengono 23 associazioni, movimenti e aggregazioni ecclesiali e di ispirazione cristiana impegnati nell’educazione nei suoi più diversi aspetti, con questo Appello vuole allargare il dialogo che in questi anni va intessendo e che ha visto nel 2° Incontro Nazionale una significativa tappa del cammino comune. Le associazioni firmatarie colgono l’invito del Santo Padre ad una seria riflessione… e ad un impegno significativo di fronte alle sfide poste dall’emergenza educativa: la proposta di verità è un atto d’amore per le giovani generazioni ed offre speranza al nostro tempo.
APPELLO FINALE
I giovani pongono domande fondamentali sul senso della propria presenza nel mondo e chiedono un confronto con adulti che siano testimoni, con comunità vive ed accoglienti, con quel patrimonio spirituale e culturale che la tradizione del nostro popolo, radicata nella fede cristiana, ci ha consegnato.
Per questo l’educazione si colloca al centro dell’intreccio che collega le politiche di istruzione e formazione e quelle sociali (i nuovi sistemi di welfare), quelle istituzionali (l’autonomia ed il decentramento), quelle economiche (competitività) e del lavoro (produttività) e abbraccia l’intero arco della vita.
- chiede di essere proposta come un’esperienza integrale e positiva della vita che riguarda la persona nella sua globalità e invita a responsabilità;
- esige che l’unità della persona nelle sue relazioni sia promossa contro ogni forma di frammentazione.
L’educazione, compresa nel pieno senso della parola, è donare alle giovani generazioni il bene più prezioso, ciò che corrisponde alla loro autentica realizzazione. Educare all’amore è questo dono.
Secondo l’umanesimo cristiano, l’uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio, si realizza nell’amore. Su questa visione, derivante dalla sapienza biblica e radicata nella tradizione cristiana del nostro popolo, condivisa da altre esperienze religiose, chiediamo di poterci confrontare anche nei luoghi pubblici dell’educazione, dell’istruzione e della formazione.
6. All’amore vanno ispirate le relazioni fondamentali della persona.
La corporeità è espressione della vocazione all’incontro, alla comunicazione autentica, al dono di sé. La libertà si esprime pienamente nella capacità di decidersi per un dono definitivo, nel quale la persona, donandosi, ritrova pienamente se stessa.
La promozione e la difesa della vita e la centralità della famiglia, generatrice della vita e prima esperienza d’amore, sono obiettivi condivisi, da approfondire nella riflessione pedagogica.
7. L’educazione politica del cittadino, membro consapevole della polis, richiede un orizzonte di senso ispirato dall’amore, che rifiuta ogni forma di discriminazione ed intolleranza.
I giovani domandano di essere aiutati ad aprirsi ad una prospettiva comunitaria, andando al di là di un ristretto orizzonte individualistico. Vogliono essere capaci di partecipazione attiva e critica nei luoghi delle decisioni per elaborare una nuova cultura del lavoro, della cittadinanza e della solidarietà anche a livello internazionale.
8. L’educazione come luogo di pratica e di esperienza comunitaria va vissuta e proposta in prima persona dall’educatore.
Non è possibile, infatti, educare all’amore come esperienza integrale della vita se non si fa comunità: solo quest’esperienza di comunione dà fondamento all’autorevolezza dell’educatore.
9.
La comunità educativa deve orientare l’apprendimento delle conoscenze e delle abilità al saper essere, ad una cultura per la vita. A questo scopo è importante riconoscere il ruolo imprescindibile delle primarie relazioni familiari e dei mondi vitali.
In questa prospettiva il sistema pubblico di istruzione e formazione si realizza nella compiuta attuazione della parità scolastica, nella legittimazione della formazione professionale e nell’autonomia come progettualità condivisa tra scuola, famiglia, associazioni, territorio.
10. Nella considerazione dei diversi fattori che entrano in gioco per attivare una significativa esperienza di comunità educante è necessario “operare in rete”.
Ciò richiede il riconoscimento e la fiducia reciproca, la comunicazione di azioni e risorse, la ricerca di ipotesi di lavoro, l’attivazione di progetti condivisi.
Con questo spirito intende lavorare il Tavolo interassociativo, come luogo di discernimento civile ed ecclesiale, aperto al confronto ed al dialogo.
11. La ‘rete’ educativa si colloca in un contesto culturale complesso, influenzato dai media nei confronti dei quali avvertiamo l’urgenza di agire in modo competente, creativo e critico.
La rete si articola intorno ai luoghi di vita dei giovani (sport, tempo libero, musica…), nelle istituzioni educative (sistema di istruzione e di formazione professionale, università), nel volontariato, nelle aggregazioni e associazioni, nella comunità ecclesiale e nella famiglia.
12. Il Tavolo Interassociativo chiede:
· Alle autorità preposte all’educazione, all’istruzione ed alla formazione locali e nazionali, impegni e risorse in politiche:
§ giovanili: che favoriscano l’iniziativa e la corresponsabilità dei giovani nel sistema formativo, nel lavoro, nelle università, nella ricerca, nella professione, contribuendo a consolidare il senso di appartenenza e di cittadinanza attraverso le forme di partecipazione alle decisioni che riguardano la comunità e le esperienze di Servizio Civile;
§ familiari: a difesa e promozione della vita ed a sostegno prioritario della famiglia fondata sul matrimonio, secondo il dettato costituzionale;
§ scolastiche e della formazione professionale: per una educazione centrata su un’ipotesi unificante del piano dell’offerta formativo –POF-, che salvaguardi l’autonomia e i riferimenti alla famiglia (parità scolastica) e al territorio, e che personalizza i percorsi di studio;
§ sociali: per il rispetto effettivo dei diritti di ogni persona, per una più concreta solidarietà socio-economica, per il consolidamento delle relazioni comunitarie nel territorio e nei diversi ambiti della vita sociale;
§ sportive: per un equilibrato sviluppo psico-fisico, una sana educazione alla competizione leale, ai rapporti di amicizia anche con l’avversario, alla gioia del gioco.