“Il pellegrinaggio ci indica che non siamo sbandati, ci fa partire dalle storie personali e all’aurora ci fa intravedere una meta”. E’ uno dei passaggi dell’omelia tenuta da Mons. Trasarti in occasione del tradizionale pellegrinaggio notturno a piedi dal Santuario Mariano di Cartoceto al Santuario San Giuseppe in Spicello, svoltosi tra la notte di venerdì e sabato 23 agosto arrivato alla 15° edizione e che ha visto la partecipazione di tantissime persone. “Siamo sbandati o abbiamo un.. riferimento certo nella vita? – ha proseguito il Vescovo – La nostra vita è vagante o motivata? Abbiamo delle motivazioni valide nel cammino della vita? Il pellegrinaggio spirituale ci dice che non siamo sbandati e che siamo in cammino verso una meta certa verso la Gerusalemme celeste. In questo pellegrinaggio assaporiamo l’amarezza dei percorsi sbandati ( la notte), per poi arrivare all’alba quando intravediamo la nostra meta sicura. Noi siamo pellegrini o sbandati, vagabondi o impegnati verso una meta? Nella chiesa può ancora venire il vagabondaggio. Il pellegrinaggio da’ la forza per affrontare le difficoltà quotidiane nella parrocchia, nelle famiglie e nelle comunità. Siamo impegnati nella comunità o siamo vagabondi? Il pellegrinaggio ci fa stare in movimento. Dobbiamo abbandonare le nostre sicurezze e obesità per arrivare alla meta della vera libertà. Il pellegrinaggio è un percorso di purificazione . la libertà è conquista e fatica, ma è gioia. Impariamo la legge del pellegrinare nel deserto. Cosa mi impedisce di camminare spedito? Siamo pellegrini o vagabondi in famiglia? Che famiglia raccontiamo noi oggi?
Non sappiamo gioire perché non sappiamo affrontare il dolore. Chi non frequenta il calvario non potrà mai capire quanto è stato amato e quanto potrà amare, stretta è la via che conduce alla vita, è morendo che si costruisce vita. Dalla lotta del calvario viene la gioia, le cose belle si pagano, per scalare le montagne bisogna lottare e faticare, questo è il pellegrinaggio della vita. Bisogna avere il coraggio delle scelte difficili che portano alla vera felicità. La gioia è il superamento del dolore. Il compito della famiglia è quello di custodire, coltivare e far crescere”. Don Cesare Ferri, rettore del Santuario in Spicello ha ricordato che questa esperienza di cammino «vuole essere un pellegrinaggio che vuole riconfermare il legame inseparabileche c’è tra Giuseppe e Maria. Per la circostanza celebreremo – prosegue don Ferri – l’anniversario del “gesto di comunione” (gemellaggio spirituale) sottoscritto a suo tempo tra il compianto vescovo di Fano Mons. Tomassetti e il già arcivescovo di Loreto, ora cardinale, Mons. Comastri”.
Foto F. Zenobi