Il 17 Dicembre 2008 a S. Francesco in Rovereto (Saltara) il Cav (Centro Aiuto vita di Fano) con il presidente Dott. Girolamo Martino e i volontari si sono incontrati con il Vescovo Mons. Armando Trasarti. La scelta del luogo è stata determinata dal fatto che da un anno la Casa di accoglienza Bethlem delle Suore Discepole di Gesù Eucaristico… sita a S. Francesco collabora con il Cav. Tale collaborazione è nata da una richiesta di accoglienza per una ragazza Romena che aveva deciso di abortire. Ora la giovane donna è mamma di un bellissimo bambino che quella sera dell’ incontro è stato festeggiato da tutti i volontari per aver ricevuto alcuni giorni prima il battesimo ad Urbino nella chiesa ortodossa.
La serarata ha avuto due momenti importanti la celebrazione della Messa,nella cui omelia il vescovo si è fermato a considerare l’importanza della difesa della vita sottolineando l’accoglienza della vita e il suo accompagnamento. L’altro momento è stato quello della cena in fraternità all’ inizio il Presidente Dott. Martino ha rivolto questo saluto al Vescovo Armando:
Eccellenza Reverendissima,
non le nascondo una certa emozione nel rivolgerle il mio e nostro saluto ed esprimerle sincera gratitudine per essere con noi qui stasera.
Non dobbiamo certo presentarle il “Centro di Aiuto alla Vita” la cui storia e la cui missione le sono ben noti: in occasione dell’incontro tenutosi a Sant’Orso abbiamo molto apprezzato le sue parole che rivelavano una profonda conoscenza ed un particolare attenzione ai temi oggetto della nostra attività. Desideriamo invece farci conoscere, con le nostre famiglie, e presentarle il gruppo di volontari che, come parte del “popolo della vita”, operano nella sua diocesi.
Lei conosce bene le difficoltà che si incontrano nella difesa della vita e del diritto alla vita dal concepimento alla morte naturale: negli ultimi trent’anni si è voluto far passare, purtroppo con successo, l’idea che la dignità umana dell’embrione fosse un valore solo per i cristiani, da rispettare come tutte le idee in una società pluralistica, ma da non porre alla base delle scelte di uno stato laico.
Ebbene, i Centri di Aiuto alla Vita, pur nati in ambito ecclesiale, da sempre sostengono e ribadiscono la “laicità” del loro operato perché il messaggio che vogliamo diffondere è che il diritto alla vita è un valore veramente laico da porre alla base di ogni convivenza civile: anche la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, che in questi giorni compie 60 anni, lo afferma con chiarezza !
Ma è indubbio che per quelli di noi che vivono questa attività a favore della vita alla luce della fede cristiana si aggiunge un valore sicuramente più alto del semplice afflato filantropico: ed è per questo che la sua guida spirituale rappresenta per noi un bene irrinunciabile !
Viviamo in un periodo in cui la cultura della morte sembra averla vinta sulla cultura della vita e si consolida ogni giorno di più l’idea che gli esseri umani non abbiano valore in quanto tali ma solo per quello che riescono a fare e a produrre. Le notizie che in questi giorni si succedono ne sono la prova: pensiamo al caso Englaro che pare giungere alla sua drammatica e tristissima soluzione; pensiamo alla probabile vendita in Italia della pillola abortiva che, oltre ai documentati rischi per le donne che ne faranno uso, banalizzerà ulteriormente il più grande dono che Dio ci fa che è la vita. Ma non dobbiamo scoraggiarci ! Come disse Madre Teresa di Calcutta: Nessuna donna in questa città possa dire, secondo verità, di aver abortito per non aver trovato un aiuto nel momento del bisogno.
E’ con noi l’Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Saltara, Paolo Severini: siamo contenti della sua presenza perché…”è dei nostri”, ne conosciamo la sensibilità ai nostri temi e perché oggi l’attività del volontariato non può prescindere da un serrato confronto e da una stretta collaborazione con le istituzioni pubbliche.
Con l’occasione vorrei infine ringraziare la Superiora, Suor Tiziana e tutte le Suore di San Francesco in Rovereto: presso di loro abbiamo trovato entusiasmo e disponibilità per un lavoro comune, come è giusto che sia dal momento che rappresentiamo un’unica, grande comunità. E ringraziarle per averci ospitato questa sera.
Eccellenza, ancora una volta: grazie !