Messaggio di Natale del Vescovo. "Dio non è un concorrente"

trasarti.jpg(testo integrale) Se Dio accetta di essere uno di noi, la vita deve essere splendida. Un Dio che ama la vita fino a volerla condividere. Un Dio che, per amore, decide di mettersi alla pari, di annientarsi; accetta la sfida di spogliarsi della propria divinità per condividere ogni istante con l’uomo… Dio, incarnandosi, ha già preso la sua decisione: amerà l’uomo ad ogni costo, ad ogni prezzo!

Dio non è un concorrente

Il primo modo per rifiutare il Natale, per non accogliere la luce, è fare come Erode. Erode considera Dio un avversario, un nemico, un ostacolo. Egli pensa nel suo cuore: “Se Dio esiste, io sono fregato! Se c’è davvero, io non posso esprimere le mie potenzialità, le mie capacità”.
Povero Erode! E poveri noi, quando pensiamo queste cose di Dio! Nessuno vorrebbe il trono di Gesù, la croce! Nessuno farebbe come il Maestro che invece di cercare gli applausi della folla , si mette a lavare i piedi ai discepoli! Nessuno amerebbe fino a morirne chi lo odia!
Dio non è, né mai sarà, un concorrente dell’uomo. Dio è a servizio della nostra felicità: questo dice l’inatteso messaggio del Vangelo. Gesù ci svela il volto di un Dio che coopera con l’uomo, che lo aiuta a crescere, a scoprirsi autentico, a donarsi. Se davvero pensate che Gesù sia un ostacolo alla vostra realizzazione, fatemi un favore: evitate di celebrare il Natale.

Natale è il Dio che si prende cura dell’umanità ferita dal peccato e dalla morte

“Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo”. Dio si prende cura di noi, ha a cuore la nostra vita e per noi dona la sua vita: da ricco che era si è fatto povero per renderci ricchi della sua nuova umanità. Dio ritiene cosa meritevole – dona il tempo e la vita – il prendersi cura dell’umanità
Quanta difficoltà, oggi, a prenderci cura di noi stessi in modo vero, autentico,liberante: quanta superficialità nei riguardi della vita, del tempo, degli ideali, degli affetti, dei sentimenti, delle relazioni. Quanta difficoltà a ricercare l’essenziale nella vita. Quanta difficoltà a riconoscere e conservare la fede, a prenderci a cuore la Chiesa, l’umanità vicina e lontana.

La nostra paura più profonda non è di essere inadeguati. La nostra paura più profonda è di essere potenti oltre ogni limite. E’ la nostra luce, non la nostra ombra, a spaventarci di più. Ci domandiamo: “Chi sono io per essere brillante, pieno di talento, favoloso? In realtà chi sei tu per non esserlo?”. Siamo figli di Dio. Il nostro giocare in piccolo non serve al mondo. Non c’è nulla di illuminato nello sminuire se stessi perché gli altri non si sentano insicuri intorno a noi.
(Nelson Mandela 1994. Discorso di insediamento a Presidente della Repubblica del Sudafrica)
Siamo nati tutti per risplendere come fanno i bambini. Siamo nati per rendere manifesta la gloria di Dio che è dentro di noi. Non solo in alcuni di noi: è in ognuno di noi. E quando permettiamo alla nostra luce di risplendere, inconsapevolmente diamo agli altri la possibilità di fare lo stesso. Quando ci liberiamo dalle nostre paure, la nostra presenza automaticamente libera gli altri.

Un augurio e un compito

Uomo o donna di potere, o meglio di servizio, prenditi cura di tutto il tuo popolo, della tua città, del tuo territorio. Prenditi cura soprattutto dei più deboli, degli sconfitti della vita, persino degli avversari. Prenditi cura della natura, dell’ambiente: custodiscilo per il futuro.
Uomo o donna imprenditore, prenditi cura del mondo operaio; investi le tue energie, i tuoi sacrifici, le tue capacità con e per la tua gente. Non fuggire proprio ora.
Genitori, prendetevi cura dei vostri figli con amore e dedizione, fatevi educatori e testimoni anche di vera spiritualità, anche nella solitudine, ma con speranza.
Uomo o donna, prenditi cura del tuo coniuge, custodisci l’amore, esercita la responsabilità, non fuggire alle prime difficoltà, ricusa le scorciatoie di amori rubati o superficiali relazioni.
Figli, prendetevi cura dei vostri genitori, dei vostri fratelli, dei vostri nonni; abbiate il coraggio di ascoltare la loro ‘saggezza’ frutto degli anni e anche del soffrire.
Uomini e donne di buona volontà, credenti o dubbiosi, non disdegnate la benevolenza verso i bisognosi e i fragili, e anche verso quanti hanno ‘fallito’ nella vita.
Cari cristiani, prendetevi cura della vostra Chiesa, delle vostre comunità, dei vostri preti o consacrati.
Carissimi presbiteri, diaconi e consacrati prendetevi cura, senza tristezza e rassegnazione, del vostro e nostro popolo tutto. Facciamoci riconoscere come dono per il nostro tempo.

“Che fare per rendere gli uomini migliori? Bisogna amarli, amarli ad ogni costo, amarli sempre. Il mondo appartiene a chi più lo ama e meglio gliene dà la prova”. (Santo Curato d’Ars)

+ Armando Trasarti
Vescovo