La povertà e la forte spinta migratoria verso l’estero, soprattutto da parte delle donne e quindi il dramma dei figli lasciati soli in patria. Il fenomeno della tratta e il recente fenomeno del “turismo sessuale”. Di questo parla mons. Anton …Cosa, vescovo di Chisinau, mentre è a Roma per la visita ad limina con i vescovi romeni. Si terrà poi quest’anno a Chisinau l’incontro delle Conferenze episcopali del Sud-Est Europa che su iniziativa del Ccee si svolgerà dal 25 al 28 febbraio ed avrà per tema: “I diritti dei cattolici nella società dono ve sono in minoranza. Il contributo dei cattolici alla realizzazione del bene comune nella società: difficoltà e nuove sfide”. Tra i problemi, mons. Cosa si è soffermato a parlare della “emigrazione” e spiega che i paesi di maggiore interesse sono la Russia e l’Italia: cifra significativa è rappresentata dai 25 mila visti rilasciati nel corso del 2009 ai cittadini moldavi dall’Ambasciata di Italia a Chisinau. “La spinta migratoria – commenta – viene dal fatto che la popolazione ha paura della povertà, dovendo vivere con uno stipendio medio di circa 182 euro al mese. La povertà sociale coinvolge molto i ragazzi, che possono essere definiti orfani sociali essendo le loro madri badanti in Italia: ogni badante o assistente familiare in Italia è una madre assente dalla famiglia moldava”.
Altro problema è “il fenomeno del traffico degli esseri umani, e in particolare per scopi sessuali” che “ha rappresentato – commenta mons. Cosa – la grande sofferenza di questo stupendo paese, che ha visto tante giovani ragazze vittime di sistemi criminali e svendute lungo le strade dell’Europa da parte di uomini senza scrupoli”. Il vescovo di Chisinau lancia un appello all’Europa: “non aspettiamo che queste ragazze diventino vittime lungo le strade per ricordarci di loro, ma andiamo loro incontro in Moldova per dare loro la speranza che non muore mai”. Ma c’è un’altra piaga che preoccupa il presule. “Al ridimensionamento del fenomeno della tratta – dice – ha fatto seguito la crescita del turismo sessuale, che vede la Moldova paese meta di personaggi che fanno un uso personale, oggetto di mercato, della donna. Oggi la Chiesa cattolica sta lavorando molto sul concetto della dignità della donna e sulla rivalutazione della sua femminilità come valore”.
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