“198 nazionalità diverse nelle nostre città. Ripensiamo i luoghi di incontro”. Perego all’ultimo incontro della Scuola di pace

Mons. Giancarlo Perego, direttore generale della FondazioneMigrantes, sabato 25 febbraio al centro pastorale, è entrato nel vivo dell’argomento dell’incontro ovvero l’immigrazione. “Inogni epoca l’immigrazione si inquadra nella ricerca di un cambio di vita o di una fuga dacerte situazioni. Nella nostra storia – ha sottolineato Perego – sono 214 milioni le personeche si sono messe in cammino per cercare una realtà diversa, 500 mila persone ognianno in Italia cambiano la propria regione. Si muovono perchè manca del necessario dicui vivere. Un miliardo di persone fanno la fame ed un altro miliardo non ha acquapotabile. La mobilità è accelerata dal fattore della crisi ed è generata anche da unasituazione ambientale: ricordiamo 539 disastri ambientali gravissimi tra 1990 e 2000. Lamobilità è generata anche dalla guerra: attualmente sono 24 le guerre in atto ch portano,di conseguenza, milioni di profughi. L’Italia sta diventando un Paese di immigrazionestrutturale perchè stanno cambiando ancher i luoghi fondamentali della nostra vita. Duemilioni e quattrocento mila sono i lavoratori stranieri presenti nel nostro Paese. Stacambiando anche la scuola, basti pensare che sono 710 mila gli alunni stranieri. E’ quantomai importante quindi l’interculturalità. Cambia anche la famiglia, il 17 per cento dellenuove nascite sono bambini stranieri. 250 mila sono i matrimoni misti avvenuti nè conrito religioso nè civile e questo è un fatto grave. L’immigrazione sta cambiando anchel’esperienza religiosa. C’è una differenza cristiana, di riti che è sicuramente una ricchezza.Questa immigrazione che cosa chiede? Il cambiamento della città. Oggi che cittàdobbiamo avere con 198 nazionalità diverse? Ce lo aveva già detto La Piranel ’58 ‘dobbiamo passare da una città murata a una città fontana dove ci sono più luoghi di incontro’. Non è l’esasperazione del sistema poliziesco che aiutano le relazioni, ma iprogetti di incontro e di cooperazione. Per quanto riguarda i giovani, solo due su dieci perfortuna hanno paura dell’immigrazion. Viaggiano molto e grazie alle relazioni cheinstaurano stanno superando questo aspetto di paura. Un luogo importante – haevidenziato Mons. Perego – è il luogo del dialogo che segna oggi una battuta d’arrestograve non solo sul piano religioso ma anche sul piano internazionale. Altra parolaimportante che l’immigrazione ci sollecita è la cooperazione che passa attraverso unaserie di azioni che fanno sì che questi Nord e Sud siano veramente fratelli”. Mons. Perego ha concluso il suo intervento con l’episodio di Abramo e Sara che ospitano le tre personealle querce di Mamre.

(a cura di E. Pap.)