Sabato 26 ottobre, le comunità di Montefelcino e Sterpeti hanno accolto il nuovo parroco don Eugenio Giorgini ed il co-parroco don Francesco Londei, presso la chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo, Marco e Severo… A presiedere la cerimonia è stato il vescovo Armando, che proprio in questi giorni ha concluso la prima parte della sua visita pastorale nella vicaria di Fossombrone.
Commentando il brano di Vangelo in cui Gesù racconta la parabola del fariseo e del pubblicano, il Vescovo si è interrogato assieme ai presenti su quale sia la loro idea di Dio e dei fratelli, invitando a riconoscere che nella vita non ci realizziamo da soli, ma abbiamo bisogno del sostegno del Signore. Riflettendo sullo stile della guida pastorale di una comunità, il Vescovo ha riportato un’efficace citazione di Santa Caterina da Siena: «“Che avverrebbe, Signore, se vedessi me stessa viva, e morto il tuo popolo?” Che conta dunque l’esperienza di un uomo di Dio, se il suo popolo è perso? Nella Chiesa si procede in cordata, imparando a stare con il popolo e sapendo farsi carico del suo peso. L’autorevolezza – ha proseguito il Vescovo nell’omelia, suggerendo un vero e proprio modus operandi per se stesso e per i suoi confratelli sacerdoti – nasce dalla capacità di pagare di persona per la verità, senza populismi».
Tra gli impegni affidati ai due sacerdoti alla guida delle due parrocchie di Montefelcino e Sterpeti, il vescovo Armando ha dato importanza all’attenzione per le persone, avendo cura di far crescere i laici come soggetto pastorale, cercando di essere meno “dirigenti”, ma sempre più competenti. «Infine, ricordiamo le tre parole essenziali del nostro vivere che anche il Santo Padre ci ha invitato a recuperare – ha ricordato, citando papa Francesco – permesso, scusa e grazie».
L’invito è stato subito raccolto da don Eugenio e don Francesco, i quali hanno ammesso di essere fortemente emozionati per questa nuova avventura che si trovano a vivere, ma che sanno di essere supportati dal popolo di Dio e dal Signore, verso il quale cercheranno di camminare assieme al popolo che gli è stato affidato. Il tutto, come ha sintetizzato don Londei, «con la spavalderia di un giovane e pure con un po’ di sano timore».
Matteo Itri