La famiglia “piccola chiesa domestica”. Confronto nelle vicarie

banner-assemblea-maggioLa terza giornata dell’Assemblea Pastorale Diocesana è stata dedicata al confronto divisi per vicarie, un’occasione importante di dialogo dopo i laboratori. Il Vescovo Armando, nell’introduzione, si è soffermato su famiglia, società e Chiesa. “La famiglia – ha sottolineato il Vescovo – non deve essere idealizzata: sposi, genitori e figli sanno bene che nella famiglia l’amore agisce dove c’è la pratica del dono di se stessi, dove si affrontano fatiche e sacrifici nella concretezza del quotidiano. Ma la famiglia non è neppure una qualsiasi forma di aggregazione sociale. Essa invece è una comunità originaria, nel senso che nella famiglia gli affetti personali e i legami sociali si uniscono e si compongono tra loro. Essere sposo, genitore, figlio, fratello – ha proseguito il Vescovo – non è un caso o una convenzione sociale: è prima di tutto la propria originaria identità. Basata su legami d’amore, la famiglia si presenta come nativa, unica insostituibile anima del mondo”. Il Vescovo si è poi soffermato sulla famiglia e la comunità cristiana. “La famiglia è contemporaneamente soggetto ecclesiale e sociale, punto di incontro tra Chiesa e società. Essa è la prima scuola viva in cui si impara a stare insieme ed è molto importante per la qualità delle persone; pone in risalto la bellezza e la ricchezza delle relazioni che in essa nascono. La famiglia è molto importante per le relazioni ecclesiali: da essa la comunità cristiana impara lo stile di accoglienza, di ascolto e di prossimità. Dalla Chiesa le famiglie imparano sempre nuove forme espressive di fede, formando una vera e propria alleanza, tale da rendere la famiglia “piccola chiesa domestica”. La Chiesa deve rispettare i ritmi, i tempi e le modalità relazionali delle famiglie, dalle parrocchie deve scaturire un autentico ripensamento della pastorale familiare. Nel Compendio della Dottrina della Chiesa si afferma: “La famiglia contribuisce in modo unico e insostituibile al bene della società. Una società a misura di famiglia è la migliore garanzia contro ogni deriva di tipo individualista o collettivista. E’ del tutto evidente che il bene delle persone e il buon funzionamento della società sono strettamente connessi “con una felice collocazione della comunità coniugale e familiare (Gaudium et spes n.47). Nella famiglia vengono inculcati fin dai primi anni di vita i valori morali, si trasmette il patrimonio spirituale della comunità religiosa e quello culturale della nazione. In essa si fa l’apprendistato delle responsabilità sociali e della solidarietà (213)”. I tempi correnti – ha concluso il Vescovo – invitano a riproporre il Vangelo della famiglia, nel suo contenuto umano che è condivisibile anche da chi non ha fede, essendo capaci di rendere ragione della speranza che è in noi (1Pt 3,15). Dopo l’introduzione del Vescovo, Carlo Berloni, responsabile insieme a sua moglie Nicoletta dell’ufficio diocesano di Pastorale Familiare, ha invitato i presenti al confronto su come valorizzare i doni di ognuno nelle varie realtà parrocchiali.