La statua della Madonna di Loreto e il Crofisso di San Damiano, simboli della GMG (Giornata Mondiale della Gioventù) dei giovani Italiani nella serata di domenica 7 febbraio sono arrivati a Cagli e attorno a questi i fedeli si sono raccolti in preghiera contemplandone il significato e pregando per i nostri giovani e non solo. Questi due segni – come ha sottolineato don Francesco Pierpaoli, commosso – questa sera hanno fatto ingresso nelle Marche, la nostra Regione, che l’attraverseranno tutta, proprio da Cagli.
Lunedì 8 febbraio da Cagli saranno portati a Pergola, in ospedale, dove alle ore 10 circa saranno accolti e alle ore 10.30 sarà celebrata la Messa presieduta dal nostro Vescovo Armando. Ancora alle ore 15.30 ci si potrà raccogliere in preghiera meditando i Misteri del Rosario e poi partiranno alla volta di Bellocchi presso Casa Serena.
“Questi due segni – ha sottolineato don Federico Tocchini – stanno attraversando tutte le diocesi italiane incontrando e lasciandosi incontrare da tutti i giovani italiani e poi saranno portati a Cracovia in occasione della GMG 2016. Sono simboli prima di tutto dei due misteri centrali della nostra salvezza: il Mistero dell’incarnazione e il Mistero pasquale. I giovani italiani dunque in ogni luogo hanno portato Gesù, che spogliò se stesso divenendo simile agli uomini nella casa di Nazareth e si umiliò fino alla morte di croce. In questi due misteri di morte e di vita simboleggiati dalle nostre due care immagini desideriamo far sentire ad ogni giovane del mondo lo sguardo dolce e misericordioso del Crocifisso risorto”.
Prosegue la visita dei simboli della GMG in Diocesi. Nella mattinata di lunedì 8 febbraio il Crocefisso di San Damiano e la statua della Madonna di Loreto hanno fatto tappa nell’Ospedale di Pergola dove il Vescovo, dopo la visita agli ammalati ha celebrato l’Eucarestia per tutti i pazienti e il personale davanti alle due immagini.
Nel pomeriggio, alle ore 15.30 nella cappella dell’Ospedale di Pergola è proseguita la preghiera davanti a questi due simboli con la recita del Santo Rosario.
La giornata poi è proseguita con la visita alla ragazze di Casa Serena di Bellocchi, con un bel momento di preghiera ed animazione.
I simboli poi hanno proseguito il loro “tour” e nella serata hanno fatto tappa nella parrocchia di Lucrezia dove insieme ai tanti giovani e alla comunità presente si è vissuto un momento di preghiera e di adorazione della Croce.
“Sull’esempio di queste due figure – sottolinea Giovanni Nicotra, giovane di Lucrezia – il nostro “SI” a Cristo deve essere un “SI” coraggioso, che ci viene chiesto quando meno ce lo aspettiamo, quando tutto ci sembra andare storto e le nostre vite sono lontanissime dalla Sua. Il nostro “SI” a Cristo ci esorta a farLo diventare, insieme a noi, protagonista delle nostre vite.”
Nell’ultima giornata del Pellegrinaggio dei Simboli per i giovani italiani alla GMG, si è voluto toccare una realtà di periferia della nostra Diocesi, il carcere di massima sicurezza di Fosso
mbrone.Nella mattinata infatti di martedì 9 febbraio il Crocifisso di San Damiano e la statua della Madonna di Loreto sono entrati in questa Casa Circondariale del territorio.Un momento che ha visto la presenza di una quarantina di giovani della Diocesi, alcuni sacerdoti della vicaria di Fossombrone, il cappellano don Guido Spadoni che ha reso possibile questo momento e il vescovo Armando che non ha voluto mancare in questo appuntamento in quella che lui stesso definisce la “mia cattedrale”.Il Vescovo, rivolgendosi a tutti i presenti, ha sottolineato che “le parole di Gesù ‘ero carcerato e sie
te venuti a visitarmi’ presentano il carcerato come persona bisognosa di cura e relazione. Se il malato ad esempio può essere visto semplicemente come vittima, come persone segnate da disgrazie, il carcerato porta lo stigma di una colpa, di un delitto commesso. Ma Gesù, che si è fatto compagno dei peccatori, non esita a indentificarsi con chi è privato della libertà in prigione” ha continuato il Vescovo. Poi rivolgendosi ai giovani che non hanno voluto mancare a questo incontro significativo ha evidenziato che “per visitare i carcerati occorre pertanto fare un lavoro su di sé”. Infine ha ribadito che il carcerato non cessa di essere parte della comunità cristiana riprendendo le parole della Lettera agli Ebrei “ricordatevi dei carcerati come se foste loro compagni di carcere”.
Nel pomeriggio i Simboli sono arrivati a Fano, dove dopo un breve pellegrinaggio per le vie del centro storico, si sono fermati nella Chiesa di San Tommaso.Dopo la messa celebrata con i giovani, il pellegrinaggio diocesano di queste due immagini si è concluso con la consegna presso il Santuario del Pelingo all’Arcidiocesi di Urbino che continua in questo cammino verso la prossima GMG di Cracovia.
MM
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