Il “prendersi cura” (nell’iconografia tradizionale a San Parteniano viene offerta su un vassoio la città di Fano)
“Terapeuo” (tradotto frettolosamente con‘guarire’) precisamente significa “curare” e “prendersi cura”! In altre parole: assumersi il carico, dedicare attenzione, fasciare, toccare e lasciarsi toccare, incrociare e anzi penetrare lo sguardo altrui, entrare nella condizione degli altri, anche a costo di lasciarsi “contagiare” dall’impurità dei suoi interlocutori e dalla loro brutta fama, sino ad essere additato come un peccatore.
- Impegno nella compagnia degli uomini
La vita interiore non è autentica se si trasforma in fuga dal mondo, lontano dagli altri. E’ nel concreto della sua esistenza che il cristiano deve manifestare l’epifania dell’amore che nasce dalla sua vita di fede. Questo amore per il cristiano è legge, legge assoluta: è il comandamento nuovo e definitivo lasciato da Gesù ai suoi (Gv 13,34). Questo amore è opus fidei, azione originata dall’adesione a Cristo: la fede resta la sorgente, l’ispirazione, la giustificazione, la forza di tale amore.
- Nel mondo senza mondanità
E’ dunque nell’impegno accanto a tutti gli uomini e le donne, attraverso le situazioni sempre cangianti della storia che il cristiano manifesta la propria specificità e edifica progressivamente la propria identità, tuffandosi nel pieno degli impegni e delle problematiche, con umiltà e intelligenza, senza pregiudizi né atteggiamenti ideologici, e senza logiche di inimicizia.
Certo nell’opera di edificazione della polis che li accomuna agli altri esseri umani, i cristiani non hanno certezze e ricette: il vangelo non fornisce formule magiche in base alle quali indicare la via che conduce infallibilmente alla realizzazione degli obiettivi di una polis. Nessuno sarà mai dispensato dal portare, a proprio rischio e pericolo, giudizi pratici sulle situazioni da affrontare e da analizzare, sulle scelte da fare tra le possibilità offerte. Il cristiano può vivere la propria fede solo immergendosi nella storia e nella sua opacità, nelle sue contraddizioni, nelle sue problematiche…
- La differenza cristiana
Ma in questa immersione, la comunità cristiana è chiamata a vivere una differenza nella qualità delle relazioni: in una società connotata da relazioni fragili, conflittuali e di tipo consumistico, la comunità cristiana esprima la possibilità di relazioni gratuite, forti e durature, cementate dalla mutua accettazione e dal perdono reciproco. La Chiesa deve indicare agli uomini forme e modalità di comunicazione che siano umane, umanizzate e tendenti al rispetto dell’altro, del suo pensiero, della sua diversità. Se la politica abbisogna oggi di darsi spessore culturale, essa necessita anche di ricevere e darsi spessore morale ed etico. Occorrerà sempre una presenza testimoniale ispirata a dolcezza e mitezza, ma capace di fermezza e di rigore.
- Una collaborazione autentica
Viviamo un tempo che può essere favorevole alla collaborazione tra Chiesa e istituzioni politiche e sociali, viviamo in una società non più confessionale e neppure laicista, né caratterizzata dalla bipolarità laici-cattolici: questo permette una autentica collaborazione senza asservimenti o abdicazioni.
Nell’opera della costruzione della polis, il cristiano collabora con le legittime autorità, ma conserva la sua capacità di parresia, di franchezza, di denuncia dell’illegalità, dell’ingiustizia, dell’oppressione, nella consapevolezza che oggi occorre documentazione, competenza e acutezza di analisi per discernere i processi che sono all’origine di ingiustizie economiche, negazione di diritti umani, ineluttabilità di guerre.
A mio avviso è decisivo che i cristiani oggi si esercitino più che mai, insieme agli altri umani, nel cercare vie in cui la parità dei diritti e della dignità delle persone, la giustizia economica, l’uguagliamza di tutti i cittadini, a qualunque fede o etica appartengano, possa trovare realizzazione nella polis: su questo si gioca ancora una volta la loro fedeltà al Vangelo e in questo impegno si delinea la loro identità specifica, che si manifesta nella “fede operante attraverso l’amore” (Gal 5,6)
Fano, 10 luglio 2016
+ Armando vescovo