Come ogni anno, il giovedì che segue il Mercoledì delle Ceneri i vescovi, i sacerdoti e i diaconi delle Marche si sono riuniti a Loreto per una giornata di fraternità e di spiritualità, spiritualità legata alla Santa Casa in cui Maria ha detto il suo Sì, fraternità perché è proprio il cuore dell’incontro che hanno vissuto perché l’ascolto del Signore è anche un rivedere volti di amici, fratelli con i quali sono stati condivisi gli anni della formazione nei seminari della regione. Quest’anno, in particolare, è stato chiesto al Vescovo di Foligno Mons. Gualtiero Sigismondi, assistente generale dell’Azione Cattolica, di offrire ai presenti la sua testimonianza come padre sinodale. Mons. Sigismondi ha partecipato, infatti, alla XV assemblea generale dei vescovi proprio sui giovani che si è tenuta lo scorso ottobre a Roma per volontà del Santo Padre. “La sua – ha sottolineato don Francesco Pierpaoli Vicario per la Pastorale – è stata una testimonianza piena di spunti. Mi è piaciuta molto l’espressione con la quale ha definito l’assemblea dei vescovi ovvero non un hortus conclusus, quanto piuttosto un giardino che potrà fiorire in tutte le chiese locali. Interessante questo aspetto, soprattutto se va a toccare, proprio con questa espressione, ciò che spesso purtroppo avviene nelle nostre chiese. Non dobbiamo parlare di Chiesa e giovani, ma di giovani nella Chiesa perché se i giovani faticano a percepire se stessi come chiesa è perché gli adulti esitano a credere che i giovani siano nella Chiesa il lievito nella pasta. I giovani non sono destinatari, ma la pastorale giovanile è una pastorale che ha per soggetto la comunità che si vede direttamente in relazione con i giovani. Quindi vivere la pastorale con i giovani. Tutto questo attraverso l’arte dell’accompagnamento. “Nella pastorale giovanile – ha proseguito Pierpaoli riferendosi all’immagine proposta da Mons. Sigismondi – bisognerebbe passare dall’irrigazione a pioggia all’irrigazione a goccia”. Un aspetto che va sottolineato è anche quello di domandarci quanti dei nostri animatori del mondo giovanile siano realmente educatori, quanti educatori abbiamo in grado di aiutare i giovani, accompagnarli. Se parliamo della pastorale come di un fiume – ha concluso don Francesco – la pastorale familiare è la sorgente, quella giovanile il letto sul quale questo fiume si muove, quella vocazionale il delta del fiume”.