Un aiuto per le persone senza fissa dimora

Giovedì 23 gennaio è stato presentato dal Comune di Fano e l’ATS 6 il progetto Comunità Solidale per l’inclusione sociale di persone senza fissa dimora che vede come parti attive i seguenti soggetti del privato sociale: Polo 9 Società Coop. Sociale – Impresa Sociale, Associazione “Amici di Casa Betania” Onlus, Società Coop. Sociale “I Talenti”, Fondazione Caritas Fano Onlus, Associazione Volontariato “San Paterniano” Onlus. Obiettivo del progetto è l’attuazione di interventi rivolti alle persone senza dimora del territorio dell’ATS 6, in situazione di grave emarginazione e di povertà. “Le azioni che il progetto mette in campo sul territorio sono principalmente l’attivazione di un servizio di pronto intervento sociale che prevede la presenza di quattro operatori che possano intervenire nelle situazioni di emergenza, attraverso azioni di prima assistenza, orientamento a favore e supporto di persone adulte senza dimora intercettate nei luoghi pubblici, come stazione, giardini pubblici e altre zone di stazionamento, senza aspettare che si rivolgano ai servizi storici del privato sociale. Il pronto intervento sociale avrà a disposizione un numero di telefono dedicato. Inoltre il progetto implementerà la distribuzione dei beni materiali tramite una diffusione più capillare delle risorse. Infine, l’attivazione di un centro diurno per creare un posto accogliente dove vivere un momento familiare e favorire la presa di coscienza delle proprie capacità, spesso dimenticate, attraverso la possibilità di attivare percorsi laboratoriali.”
“Il progetto  – ha spiegato Stefania Poeta, assistente sociale della Fondazione Caritas Fano (partner del progetto) –  prevede un modello integrato tra servizi pubblici e privati del terzo settore al fine di garantire la gestione, l’efficacia ed efficienza delle iniziative in favore dell’utenza senza dimora. Con la partecipazione dei servizi già attivi sul territorio sarà valutata la situazione dell’utente e verrà costruito e gestito un Piano di Intervento Individualizzato (PI) a misura della persona, mettendo in risalto le sue capacità e inclinazioni; se si riterrà opportuno, le risorse a disposizione verranno impiegate per l’attivazione di un percorso laboratoriale. Nel 2019 sono state 163 le persone senza dimora che hanno fatto accesso al Centro di Ascolto Caritas. Di queste 70 (il 42,9%) sono italiane e 93 (57,2%) straniere. Sono prevalentemente uomini: l’82% contro il 17,2% di donne. Rispetto alla nostra utenza abituale rappresentano circa il 20% delle persone. Principalmente noi ci occupiamo di ascolto e orientamento rispetto ai bisogni primari delle persone e di ascolto di secondo livello con eventuale presa in carico per coloro che hanno i requisiti (motivazione e possibilità) per fare un percorso di reinserimento abitativo e lavorativo. Questo presuppone naturalmente la messa in rete con i Servizi Sociali di provenienza. Da alcuni anni abbiamo infine attivato servizi specifici di orientamento e intervento sanitario, legale, orientamento al lavoro per affrontare in maniera più efficace la complessità delle situazioni incontrate”.