Presente il Vescovo Armando

Presentato il Report Caritas Povertà e Risorse

“In questo periodo di pandemia – ha sottolineato il vescovo Armando – siamo stati quasi obbligati a diventare primariamente operatori sociali ma dobbiamo rientrare sempre nella formazione in modo che ogni credente si ricordi che è compito di ognuno non delegare ma interessarsi”.  Queste le parole del Vescovo Armando, giovedì 11 novembre, alla conferenza stampa di presentazione del report Caritas Povertà e Risorse. La conferenza stampa è stata anche l’occasione per presentare il nuovo direttore di Caritas Diocesana Ettore Fusaro e del vice direttore Lucio Diotallevi. A introdurre la mattinata, moderata da Michela Pagnini, don Michele Giardini presidente della Fondazione Caritas Fano che ha ringraziato il precedente direttore Angiolo Farneti per il lavoro svolto.

La parola poi al nuovo direttore Ettore Fusaro, in collegamento on line dall’Albania, che ha voluto mettere in evidenza ciò che vi è dietro i numeri del Report. “Questi numeri sono frutto di ascolti ed incontri. E questo report non riporta le fatiche fatte da operatori e volontari nell’ascoltare e farsi carico di situazioni a volte al limite del sostenibile. Il report non riporta le numerose riunioni di confronto, le ore spese a ragionare su come poter aiutare meglio, su come poter essere più efficienti, nel mediare con le persone che abbiamo davanti. È un report che vuole cercare di essere strumento di SINODO per la nostra Chiesa e che vuole da oggi in avanti essere non solo report di ascolto ma luogo dove riportare anche cosa pensano e dicono di noi. È un report che parla di giovani, ma non ha ancora imparato a far parlare i giovani. È un report che parla di volontari ma che non ha ancora imparato a far parlare i volontari. È un report imperfetto, come lo siamo tutti, ma appunto perché riconosce i propri limiti, vuole provare a migliorare. È un report che cita la parola creatività, che non riporta gli sforzi creativi fatti dai tanti che hanno collaborato con noi, ma che appunto richiede creatività futura per inventarsi nuove riposte e nuovi interventi. Una nuova pedagogia dei fatti che vede davanti a noi sfide come ambiente e salvaguardia del creato, nuove sfide di sviluppo e ri-creazione di un tessuto comunitario, affrontando le nuove povertà nate dalla pandemia (tutt’ora in corso) e che dureranno nel tempo. Ciò richiede un’attenta programmazione condivisa oggi perché le ferite sociali inferte dal Covid non si rimarginano tanto in fretta. In un momento dove sembra che stiamo ripartendo, ci siamo accorti che qui nella Diocesi di Fano, come in altre parti d’Italia, questa ripartenza sta lasciando più indietro ancora una volta proprio i più deboli”.

Stefania Poeta, responsabile Area Promozione Umana-Caritas diocesana, ha illustrato in sintesi il Report. “Il lockdown – ha sottolineato la Poeta –  e le continue restrizioni hanno ridotto notevolmente la nostra capacità di apertura in presenza, e poi la necessità di contingentare gli ingressi ha fatto la sua parte. Siamo passati da 30 persone in sala di attesa a 1, massimo 2 persone alla volta. Abbiamo stravolto, come tutti, i nostri servizi, attivando la modalità dell’ascolto telefonico (che tutt’ora abbiamo mantenuto per alcune situazioni), dei contatti via wapp e sms, che invece erano del tutto occasionali: sono diventati occasione di invio di informazioni, bandi, annunci di lavoro, messaggi veri e propri di prossimità (fino agli auguri di Natale). Nonostante tutto abbiamo comunque incontrato: 677 persone/famiglie (quasi 200 in meno); 49,8% donne, 50,2 % uomini. Quasi la metà 46% cittadini italiani residenti. In aumento le difficoltà dei giovani e aumentato il numero di interventi medi a persona: da 4 del 2019 a 6.4 del 2020. Questo significa che le persone sono state accompagnate più a lungo, più risorse umane e più risorse economiche investite. Non solo in termini di Centro diocesano ma anche in termini di coinvolgimento dei territori, dalle caritas parrocchiali fino ai Servizi Pubblici. In aumento  i pasti della Mensa Sos-tengo agosto 2020, quasi triplicati (perché aperta non solo alle persone senza fissa dimora ma anche alle famiglie colpite dalle conseguenze dirette o indirette del COVID): 2019-1392 pasti e 74 beneficiari; 2020-2965 pasti e 213 beneficiari, in aumento gli ascolti telefonici, persone nuove che hanno preso contatti con la Caritas, contatti su whatsapp e con sms (attività che nel 2019 era quasi inutilizzata),  le attività del Centro Salute Caritas per visite inderogabili, orientamento alla salute, distribuzione di farmaci, supervisione a persone positive non iscritte al SSN – necessità di ampliare il gruppo dei medici volontari e la formazione per un buon orientamento socio-sanitario, le problematiche strutturali che necessitano di un intervento strategico primo fra tutti il problema abitativo, che porta in sé molto di più del bisogno di una collocazione fisica, ma di in nuovo modo di pensare all’ABITARE, inteso come diritto prioritario di ogni essere umano”.