Anche quest’anno, per la nona volta la Diocesi celebrerà il 1 settembre la “giornata per la custodia del creato”. Organizzata dall’ufficio per i problemi sociali e del lavoro, giustizia, pace e custodia del creato, in collaborazione con la Commissione Ecumenica e del dialogo interreligioso, questa iniziativa dal 2014 è sempre stata itinerante nel territorio della nostra Diocesi, toccando in particolare luoghi significativi anche dal punto di vista paesaggistico. All’iniziativa collaborano, già da alcuni anni, il Progetto Policoro diocesano, le Acli provinciali e l’Ucid (Unione cristiana imprenditori e dirigenti) sezione di Fano. Quest’anno l’appuntamento sarà a Serra Sant’Abbondio con questo programma: ore 18,30 ritrovo nel parco antistante alla chiesetta della “Canale”; ore 18,45 passeggiata nella natura con lettura di brani dell’Enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco; ore 19,30 Celebrazione Ecumenica nella Chiesa dei Santi Biagio e Abbondio con lettura brani del Messaggio CEI per la 17° giornata nazionale per la custodia del creato: “Prese il pane, rese grazie (Lc 22,19). Il tutto nel frammento”; ore 20,30 momento conviviale presso i locali parrocchiali.
Il tema, e l’immagine di quest’anno, è appunto quella del pane. Nel messaggio della Cei, infatti si evidenzia che “Ogni pezzo di pane arriva da lontano: è un dono della terra. È lei che ha prodotto il grano. Il contadino lo sa: ara, prepara il terreno, semina, irriga, miete… ma non è lui a produrre quei chicchi dorati. Anche oggi, nell’epoca della meccanizzazione, della grande distribuzione e della panificazione industriale, il pane rimane ciò che è da sempre. E quand’anche i ritrovati della tecnica soppiantassero la sapienza contadina e i talenti artigianali, il pane continuerebbe a parlarci della sua identità più profonda: quello di essere un’offerta della terra, da accogliere con gratitudine.”
Da questo ne scaturisce il richiamo ad essere grati di tutto ciò che ci viene donato, e che senza questa gratitudine diventiamo tutti più egoisti e autoreferenziali. Da ciò deriva anche il nostro atteggiamento nei confronti dell’ambiente, che invece di accogliere come un dono da preservare e custodire per le altre generazioni che verranno, ce ne siamo impadroniti sfruttandolo per i nostri desideri. Per questo Papa Francesco nel suo recente messaggio per il tempo del creato ci ha chiesto di riconoscere che “Minacciati da un miope egoismo, gli adolescenti chiedono ansiosi a noi adulti di fare tutto il possibile per prevenire o almeno limitare il collasso degli ecosistemi del nostro pianeta. Ascoltando queste grida amare, dobbiamo pentirci e modificare gli stili di vita e i sistemi dannosi. Lo stato di degrado della nostra casa comune merita la stessa attenzione di altre sfide globali quali le gravi crisi sanitarie e i conflitti bellici. «Vivere la vocazione di essere custodi dell’opera di Dio è parte essenziale di un’esistenza virtuosa, non costituisce qualcosa di opzionale e nemmeno un aspetto secondario dell’esperienza cristiana» (Laudato si’, 217).” Penso che sia necessario che noi cristiani cominciamo a prendere queste parole sul serio ed a comportarci di conseguenza.
a cura di Gabriele Darpetti
Direttore ufficio diocesano per i problemi sociali e del lavoro