“Solo conoscendo i segni del tempo possiamo vedere nel male il Signore che viene a salvarci chiamandoci alla conversione.” Così Sabato 28 gennaio il Vescovo Armando ha esortato i partecipanti al momento di preghiera diocesano per la Pace, presso la chiesa di S.Paolo Apostolo al Vallato a Fano, a non lasciarsi schiacciare dal male, che nell’ultimo anno in particolare ha preso la forma della guerra in Ucraina. Il Vescovo ha ricordato come la violenza non sia la strada da percorrere, in nessun caso, perché non genera altro che violenza, mentre “La Pace è come l’aria che respiriamo, è una condizione sociale politica e religiosa”. “E’ assenza di conflitti “prosegue “è relazioni armoniche fra individui e fra nazioni, e fra individui e popoli”. Accompagnati dalle parole del Vescovo e dal messaggio per la LVI Giornata mondiale della Pace “Nessuno può salvarsi da solo” i presenti hanno potuto così riflettere sul tema della Pace e in particolare su come le emergenze posso insegnarci a vivere in maniera migliore il nostro tempo. Dice infatti Papa Francesco che ci è chiesto “di lasciarci cambiare il cuore dall’emergenza che abbiamo vissuto, di permettere cioè che […] Dio trasformi i nostri criteri abituali di interpretazione del mondo e della realtà”. Infatti “dobbiamo pensarci alla luce del bene comune” e “non possiamo perseguire solo la protezione di noi stessi, ma è l’ora di impegnarci tutti per la guarigione della nostra società e del nostro pianeta”. Il messaggio del Papa è stato reso ancor più vivo dalle parole di Elena, cittadina ucraina e traduttrice volontaria presso la Caritas diocesana, impegnata in prima linea nel sostegno all’accoglienza degli ucraini in fuga dalla guerra. Elena ci ha raccontato di come, il 24 febbraio “il mondo si sveglia con la notizia dell’invasione russa e nonostante fossi lontana dall’Ucraina anche la mia vita è cambiata – i miei parenti, amici, persone che amo sono rimasti lì.” Elena ha scelto di rendere disponibile la sua conoscenza della lingua ucraina a servizio dell’accoglienza. Nei tanti colloqui affrontati, nelle tante persone incontrate, nelle tante storie ascoltate, Elena ha raccontato la fatica emotiva ma anche la bellezza di questa esperienza: “la cosa che mi commuove di più è il fatto che non viviamo questa esperienza come assistenzialismo, ma come un progetto di vita, cerchiamo di capire le loro aspettative, i loro sogni e insieme costruire la loro autonomia.” Il momento di preghiera si è concluso con la presentazione dei quattro incontri della scuola di Pace, che giunta quest’anno alla XX edizione, rappresenta un momento di formazione aperto a tutta la cittadinanza sui temi della Pace, della Giustizia, della Salvaguardia del Creato e Nonviolenza. L’edizione di quest’anno prenderà il via il 18 febbraio, con il primo incontro sul tema della difesa nonviolenta e della proposta del “ministero della Pace”, con Giorgio Beretta, membro dell’Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e Laila Simoncelli, membro dell’associazione Papa Giovanni XXIII.
Andrea Paoloni