Messaggio per l’86ª Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore 18 aprile 2010

Messaggio per l’86ª Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore
18 aprile 2010
Carità e verità nell’impegno di ricerca e formazione dell’università
Creato a immagine e somiglianza di Dio, l’uomo è posto nel mondo come soggetto libero e responsabile (cfr Gn 2,15). In questo orizzonte, si colloca la comprensione dell’uomo in se stesso e nelle sue dinamiche relazioni con Dio e con il mondo. È questa assunzione creatrice a dare senso alla vicenda umana secondo una progettualità dinamica: i suoi contenuti sono consegnati alla ricerca dell’uomo stesso, che li scopre nel confronto tra l’ideale creativo divino e le concrete condizioni storiche del suo agire. Si colloca qui il compito scientifico e il ruolo formativo dell’Università.
Il progresso delle scienze, mentre individua in maniera sempre più approfondita le leggi che regolano l’universo e si arricchisce di mirabili scoperte, si trova pericolosamente esposto – nella sua rivendicazione di autonomia – a un’insignificanza che estenua ogni creatività e precipita nel nichilismo: quanto più l’universo ci risulta comprensibile, tanto più ci appare senza scopo. Ciò conduce alla drammatica tentazione di abbandonare il campo. Come osserva il Papa Benedetto XVI nell’Enciclica Caritas in veritate, “l’idea di un mondo senza sviluppo esprime sfiducia nell’uomo e in Dio. È, quindi, un grave errore disprezzare le capacità umane di controllare le distorsioni dello sviluppo o addirittura ignorare che l’uomo è costitutivamente proteso verso l’«essere di più»” (n. 14).
La creatività, al contrario, fiorisce nell’orizzonte di una visione consistente, aperta e chiara a un tempo, in cui la verità dispiega la sua illuminazione generatrice. Ciò incide direttamente sull’idea di Università: “Deve essere riguadagnata l’idea di una formazione integrale, basata sull’unità della conoscenza radicata nella verità. Ciò può contrastare la tendenza, così evidente nella società contemporanea, verso la frammentazione del sapere. Con la massiccia crescita dell’informazione e della tecnologia nasce la tentazione di separare la ragione dalla ricerca della verità. La ragione però, una volta separata dal fondamentale orientamento umano verso la verità, comincia a perdere la propria direzione. Essa finisce per inaridire o sotto la parvenza di modestia, quando si accontenta di ciò che è puramente parziale o provvisorio, oppure sotto l’apparenza di certezza, quando impone la resa alle richieste di quanti danno in maniera indiscriminata uguale valore praticamente a tutto. Il relativismo che ne deriva genera un camuffamento, dietro cui possono nascondersi nuove minacce all’autonomia delle istituzioni accademiche” (BENEDETTO XVI, Incontro con il mondo accademico nel castello di Praga, 27 settembre 2009).
La visione cristiana della realtà, lungi dal ridurre l’ambito della ricerca universitaria nel perimetro angusto della ragione calcolante, ne dilata le prospettive e lancia alla capacità creativa dell’ingegno umano la sfida del significato totale degli esiti di tale ricerca: “La carità e la verità ci pongono davanti a un impegno inedito e creativo, certamente molto vasto e complesso. Si tratta di dilatare la ragione e di renderla capace di conoscere e di orientare queste imponenti nuove dinamiche, animandole nella prospettiva di quella «civiltà dell’amore» il cui seme Dio ha posto in ogni popolo, in ogni cultura” (Caritas in veritate, n. 33).
Le rapide e profonde trasformazioni del nostro tempo non rendono obsoleto il progetto di padre Agostino Gemelli. Al contrario, ne confermano l’attualità, nel segno di quella creatività, che fin dall’inizio lo caratterizzò e rese possibile realizzare, con l’apporto fattivo delle comunità ecclesiali d’Italia, ciò che sembrava impossibile. Proprio il radicamento ecclesiale costituisce uno dei tratti caratteristici – potremmo dire essenziali – dell’Università Cattolica del Sacro Cuore: esso
va riaffermato e rinnovato, come espressione concreta della capacità della parola della fede di aprire orizzonti di intelligenza di vita a servizio del popolo cristiano.
Tutto ciò esige, accanto all’applicazione costante allo studio e alla ricerca, la coltivazione diuturna delle virtù morali di limpidezza, autenticità, umiltà e, soprattutto, del primo dono che da questa Giornata si attende, cioè la preghiera: “Lo sviluppo ha bisogno di cristiani con le braccia alzate verso Dio nel gesto della preghiera, cristiani mossi dalla consapevolezza che l’amore pieno di verità, caritas in veritate, da cui procede l’autentico sviluppo, non è da noi prodotto ma ci viene donato” (Ib., n. 79).
Con questo spirito, rinnoviamo anche quest’anno il pressante invito alle Chiese che sono in Italia, affinché valorizzino la Giornata, occasione preziosa per sensibilizzare le loro comunità quanto al ruolo e alle concrete necessità di un’istituzione accademica di irrinunciabile valore.
Roma, 30 marzo 2010
LA PRESIDENZA DELLA
CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA