Il 27 marzo scorso il vescovo rivolgendosi alla diocesi così scriveva: «La celebrazione dei sacramenti della Prima Confessione, della Messa di Prima Comunione e della Confermazione sono sospese per essere riprogrammate da ottobre 2020. Questo per favorire una degna preparazione che se da un lato è frutto del cammino comunitario ed è fondata per i ragazzi su quanto vivono in gruppo da diversi anni, non può non tener conto della lenta ripresa della vita sociale e del ritmo scolastico. Per le parrocchie più piccole suggeriamo di mettere insieme il gruppo di quest’anno con quello dell’anno prossimo, le altre valutino due date nel corso dell’anno pastorale. Nello specifico la celebrazione della Confermazione sia programmata accordandosi con il segretario per permettere al Vescovo di visitare più comunità possibili sfruttando anche il sabato pomeriggio».
Tale norma resta in vigore.
Il nostro Presidente della Repubblica ci invita a non dimenticare, pena il rischio di renderle vane, le misure fin qui adottate: «Non possiamo e dobbiamo rimuovere tutto questo, per rispetto dei morti, dei sacrifici affrontati dai nostri concittadini con comportamenti che oggi ci permettono di guardare con maggiore fiducia. Altrove il rifiuto o l’impossibilità di quei comportamenti ha provocato o sta provocando drammatiche conseguenze. Non bisogna confondere la libertà con il diritto di far ammalare gli altri. Imparare a convivere con il virus non vuol dire comportarsi come se non ci fosse più».
Per questo ribadiamo la necessità di essere prudenti, ricordando che qualora ci
fossero i requisiti legati al distanziamento nell’aula chiesa, non possono essere
accolte più di 200 persone.
In ogni caso le decisioni in ogni parrocchia siano prese di comune accordo con
le famiglie e i catechisti.
Fondamentale sarà offrire ai ragazzi una serena e non affrettata preparazione,
non trascurando, ma valorizzando, le esperienze di catechesi e preghiera vissute nelle case durante il lockdown. Il punto centrale non è la celebrazione del sacramento ma il ritorno alla esperienza ecclesiale. Nello specifico, per quanto riguarda la cresima, il vescovo si rende disponibile e sarebbe davvero felice di poterla celebrare legando la sua presenza alla visita alle comunità parrocchiali e alla lenta ripresa che ci auguriamo possa essere pian piano avviata. Per questo suggerisce di non attenersi a date tradizionali ma di spalmare la richiesta della celebrazione su tutto il periodo autunnale ed invernale celebrando anche, qualora fosse necessario, a piccoli gruppi e in momenti diversi.
Senza forzature di nessun genere vanno trovate modalità utili perché anche
questo momento sia una segnale di ripresa.
Don Francesco Pierpaoli
Vicario per la Pastorale