Domenica 27 agosto la città di Cagli ha accolto il nuovo Vescovo Mons. Andrea Andreozzi con grande trasporto emotivo e partecipazione di popolo, in una giornata che si è divisa in più tempi. In un primo momento il presule, dopo l’arrivo in Piazza Matteotti, ha incontrato il sindaco di Cagli Alberto Alessandri, accompagnato da alcuni membri delle istituzioni e delle associazioni di volontariato, nel Palazzo Pubblico. Qui, presso la Sala degli Stemmi, Mons. Andreozzi, ha ringraziato per l’accoglienza ricevuta e salutato i presenti, le realtà sociali e la popolazione locale. “Sono contento di essere in questo importante centro della nostra Diocesi per conoscere le sue grandi tradizioni storiche, spirituali e culturali – ha detto il Vescovo Andrea, prima di offrire alcune riflessioni legate alla sua visita nella cittadina – che mi sento in tutta coscienza di dover raccogliere e custodire”. Tra queste, si è soffermato sulla “necessità di coniugare tradizione e innovazione”, come in un “laboratorio” in cui “è bello lavorare insieme” per “sviluppare virgulti nuovi nella passione e nelle idee ma che facciano forza nella storia passata e nei suoi insegnamenti”. Guardando inoltre all’essenza di Cagli come di un “luogo di sosta per chi viaggia”. “Cammino e sosta, dinamismo e staticità, senso della via e rispetto dell’uomo, che nasce lungo la strada che porta verso il mare, che sia via di pace e possibilità di incontro collegamento e ristoro”, sono le immagini tratteggiate dal Vescovo. Il Sindaco ha sottolineato alcune delle contraddizioni del territorio, come la vastità dello stesso o la frammentazione delle diocesi a cui fanno riferimento i diversi comuni limitrofi, auspicando una proficua collaborazione con il nuovo Vescovo, prima di consegnargli in dono il simbolo della chiave cittadina, con un augurio: “Che possa aprire i cuori di tutti i cittadini di Cagli”.
Il cuore della giornata è stato però segnato dalla Celebrazione eucaristica presso la Cattedrale di Santa Maria Assunta, il Duomo di Cagli, dove Mons. Andreozzi ha ricevuto il saluto del parroco, don Diego Fascinetti, che si è rivolto a lui “con gioia e con commozione”.
“Dio ogni giorno come Padre ci apre la ricchezza del Regno dei cieli e ci svela la sua benevolenza”, ha esordito il Vescovo durante l’omelia, soffermandosi sulla figura di Simon Pietro. “La sua è un’autorità che si trasforma in amore, servizio e dono della vita”, ed è anche “posto a tutela della fraternità”, in quanto “la Chiesa è il luogo dove si sperimenta la gioia della vita in Cristo e della comunione tra di noi”. Un ricordo è stato riservato anche al vescovo Armando. “Mi parlava di questa Cattedrale come la chiesa più grande di tutta la Diocesi e vederla piena ricorda che siamo pietre vive unite da un rapporto di familiarità. Essere pietre vive, fratelli e sorelle in Cristo, ci permette di rinascere dall’alto e sanare ogni relazione. Mentre se mancasse questa dimensione e questa gioia le pietre sarebbero soltanto un retaggio archeologico del passato”, ha affermato Mons. Andreozzi, prima di un cenno sui simboli della liturgia celebrata.
“La chiave è segno che c’è una casa, un ambiente che deve essere abitato e vissuto e si presta ad essere trasformato, cambiato, affrontando le situazioni di novità che avvengono nella storia. La chiave è simbolo di una disponibilità a entrare in relazione e a essere capaci di comunicare, di un servizio che si è chiamati a svolgere, ognuno nel proprio campo. Se le chiavi servissero per rivendicare un ruolo sarebbero allora un simbolo negativo, mentre esse ridanno a tutti il senso della responsabilità, dell’appartenenza e della custodia. Le strutture servono perché vengano abitate e costruiscano rapporti”, ha concluso il Vescovo. “Siamo chiamati a rendere vivo il nostro territorio, e vorrei usare bene le chiavi della mia responsabilità. Qualora non lo facessi bene, vi chiedo di correggermi e di farmelo capire”.
La giornata si è poi conclusa con un momento conviviale all’Oratorio il Campetto, dove la popolazione e i fedeli hanno avuto modo di conoscere ancor più da vicino il suo nuovo Pastore.
Francesco Gnagni